“Taking Care. Progettare per il bene comune” è il titolo del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, progettato da TAM associati che rispondono all’appello di Aravena “Reporting from the Front” con un concetto di architettura al servizio della collettività. La proposta non si ferma a un progetto con l’ambizioso obiettivo di generare consapevolezza civica, ma si attua in un concreto intervento in collaborazione con 5 associazioni impegnate nel sociale.
L’allestimento è rigorosamente low cost e fedele al concept sostenibilità -un imperativo della 15a Biennale- realizzato in legno grezzo riciclato dal Padiglione Irlanda di Expo 2015.
Lo spazio espositivo è articolato in tre aree: Pensare, Incontrare, Agire. Le prime due sezioni dal taglio introduttivo e accademico, poco stimolanti per la verità, sono completate dalla terza più concreta e costruttiva “Agire”.
“L’architettura, quando si prende cura degli individui, dei luoghi e delle risorse, fa la differenza. E’ parte di un processo collettivo in cui occorre pensare alle necessità, incontrare le persone e agire negli spazi” sostengono TAM associati (Massimo Lepore, Raul Pantaleo, Simone Sfriso) e per applicare questo modello propongono architetture su ruote.
E’ tempo che l’architettura scenda in strada e si muova per poter incontrare luoghi e persone perché “gli spazi creano comunità, e le comunità generano luoghi”.
Anche in questo caso, come in tanti altri progetti presentati alla Biennale, il nomadismo, la non staticità e non permanenza dell’architettura sembra essere la possibile soluzione a un territorio e a un’umanità in costante movimento e trasformazione.
In mostra i modelli di cinque moduli carrabili, “TIR architettonici” progettati da altrettanti studi italiani in collaborazione con associazioni impegnate in programmi contro il degrado sociale e ambientale:
Alterstudio Partners con AIB (Associazione Italiana Biblioteche): BiblioHub – dispositivo per la cultura, una biblioteca mobile/ luogo di socializzazione;
ARCò con Legambiente: UMA – Unità Monitoraggio Ambientale, dispositivo per l’ambiente e strumento di sensibilizzazione;
Matilde Cassani con Emergency: Articolo 10, dispositivo per la salute; un ambulatorio e centro di mediazione culturale on the road,
Antonio Scarponi / Conceptual Devices con Libera: Campo Libero, dispositivo per la legalità, un presidio dedicato alla riflessione civile collocato all’interno di un’area confiscata alla mafia;
Nowa con UISP (Unione Italiana Sport Per tutti): TO Moves, dispositivo per lo sport e per educare attraverso il gioco e lo sport.
Il punto più interessante è che i cinque moduli non resteranno progetti: per “Agire” concretamente saranno realizzati grazie a i contributi di sponsorizzazione e a una campagna di crowdfunding civico (www.periferieinazione.it).
Un format innovativo di exhibition design che non si ferma allo spazio espositivo, ma esce davvero per strada per migliorare la vita delle persone.