Mario Cucinella, curatore del Padiglione Italia alla 16a Mostra Internazionale di Architettura di Venezia accoglie l’approccio ottimista di Yvonne Farrell e Shelley McNamara e per FreeSpace lancia una call alla ricerca di piccole architetture di qualità, fuori dalle grandi città. Si genera così il percorso di “Arcipelago Italia” fatto di buone pratiche e di cinque progetti per futuro per non dimenticare gli errori fatti in passato.
Un itinerario dalle Alpi al Mediterraneo, tra i borghi lungo la dorsale interna del Paese, un viaggio che prevede circa cento tappe alla scoperta di aree, “dimenticate” dai grandi interventi di architettura, che pur tuttavia rappresentano il 60% del territorio nazionale e il 25% della popolazione: questo è Arcipelago Italia.
Una mostra in tre atti (Itinerari, Futuro, Progetti sperimentali) oltre a un programma di dibattiti di approfondimento per spiegare il ruolo dell’architettura nel rilancio dei territori interni in tutta la loro complessità.
“È un manifesto che vuole dare un contributo e un aiuto al Paese indicando possibili strade da percorrere, per dare valore e importanza all’architettura” spiega Cucinella.
Nella prima Tesa: 8 itinerari e circa 70 architetture realizzate lungo la penisola, scelte attraverso una call.
Nella seconda Tesa: 5 progetti di ricerca nati da un team multidisciplinare che danno all’architettura il ruolo di volano per il rilancio del territorio.
Itinerari
I“Progetti per il futuro dei territori interni del Paese” sono piccole e recenti architetture di qualità che dialogano con il territorio e con la storia; realtà identificate attraverso una call promossa da Cucinella che ha coinvolto un collettivo interdisciplinare di architetti, università, urbanisti e fotografi. Tra i 500 progetti che hanno risposto alla call ne sono stati selezionati 60 che rappresentano lo specchio del Paese e lo stato dell’architettura contemporanea nei territori interni.
Questo percorso verso il futuro riflette sul post terremoto e le periferie, sulle aree dismesse, gli scali ferroviari, la mobilità e e le questioni ambientali. Ma oltre all’analisi, fornisce proposte concrete.
L’architettura può essere un’opportunità per questi territori?
Gli esempi proposti forniscono la risposta e suggeriscono anche un possibile approccio metodologico per il futuro.
L’architettura in Italia è stata storicamente espressione di qualità e bellezza e la “politica dell’ascolto” messa in atto da Cucinella può aiutare a “capire dove si è spezzato quell’anello che per secoli ci ha permesso di interpretare i desideri dei territori e trasformarli in architettura”.
Cinque progetti simbolici.
Nella convinzione che l’architettura sia una leva per il rilancio del territorio, la seconda Tesa ospita 5 progetti emblematici che sono stati affidati a un collettivo costituito da sei studi di architetura; lo scopo è quello di “elaborare proposte concrete che hanno l’ambizione di servire da catalizzatori di energie e attivatori di nuove forme di sviluppo delle aree in cui sono collocati”.
Dalla scelta delle aree emergono i fattori sui quali lavorare: l’arte, il rapporto tra temporaneità e permanenza, gli spazi per la salute, la mobilità, il bosco e la filiera produttiva del legno.
A Gibellina il rilancio passerà dal recupero del Teatro di Consagra.
Camerino deve essere rilanciata dopo il terremoto attraverso un’operazione di ricostruzione che rappresenta un’economia regionale.
Nella città sarda di Ottana, nota per la longevità dei suoi abitanti, ma anche per il mancato sviluppo industriale, il tema del progetto sono la salute e le nuove modalità di cura.
Le belle foreste Casentinesi, tra Emilia Romagna e Toscana, aprono la riflessione su un’economia legata al legno.
A Matera e negli scali ferroviari di Ferrandina e Grassano il dibattito è sulla mobilità con due progetti di connessioni e rilancio: “non più luoghi di partenza ma di arrivo per l’apprendimento, la sperimentazione e la cultura”.
Arcipelago Italia ci aiuterà a conoscere meglio il nostro Paese “quello più invisibile e ferito ma anche quello che ha enormi potenzialità e bellezza”, come dichiara Cucinella.
Testo di Renata Sias
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