Dopo 20 anni di crescita costante nel back office, Emme Italia si mette in vista pur mantenendo con orgoglio e modestia la sua identità artigianale.
Il nuovo sito e-commerce www.designforyou.it e l’ingresso nel settore ufficio e retail sono gli ultimi passi di una evoluzione guidata dalla coerenza.Ripercorriamo questo percorso in un incontro con Alessandro Barison, design manager dell’azienda.
Ci sono arredi concepiti per vivere dietro le quinte, è il caso dei prodotti di Emme Italia, presenti nei più importanti musei e laboratori di restauro di tutto il mondo e negli studi di progettisti e creativi delle ultime tre generazioni.
Gradualmente questo piccolo brand, orgogliosamente italiano e fortemente legato al territorio, sta però entrando in scena da vero attore, grazie a un approccio di interior design che valorizza l’estetica industriale e soprattutto grazie a un progetto di impresa ben definito, già premiato nel 2009 alla Dutch Design Week di Eindhoven tra i cinque migliori progetti europei di piccola impresa.
Quasi a celebrare il 20° anniversario dell’azienda, probabilmente per la prima volta, gli arredi Emme Italia assumono un ruolo di primo piano nella mostra “Comunità Italia. Architettura, città e paesaggio dal dopoguerra al Duemila” alla Triennale di Milano; lungo il percorso espositivo incontriamo le ben note cassettiere Draftech in dimensioni “architetturali” che custodiscono preziosi disegni firmati dai più importanti progettisti italiani.
Una tappa importante nel percorso coraggiosamente intrapreso nel 1995, nel momento in cui il CAD metteva definitivamente in crisi il settore dei tecnigrafi.
Quell’anno Maurizio Barison che aveva lavorato come responsabile dell’ufficio prototipi di Bieffe e Bieffeplast e direttore tecnico di Zucor Tecnigrafi decise di non buttare a mare le sue competenze e reagì al crollo di questo settore fondando una sua azienda e continuando questo tipo di produzione come terzista per aziende estere.
L’ingresso del figlio Alessandro, uscito dalla Scuola di Design di Padova, ha dato poi un indirizzo diverso all’azienda trasformando in un brand quella che era un’officina meccanica.
Un brand che identifica come target di riferimento quello delle “menti creative” e sposta il focus dal laboratorio al workplace.
Gli arredi Emme Italia entrano nei coworking – come Jamko a Milano– e negli ambienti di lavoro che prediligono un’immagine spartana e minimale; per esempio Michele De Lucchi utilizza sgabelli da tecnigrafo per i luoghi di interazione utente/monitor nel centro servizi di Banca Intesa.
Quali saranno i prossimi passi nella graduale evoluzione di questa impresa familiare che resta fedele e si caratterizza per il suo modus operandi artigianale e sartoriale?
Dopo l’ingresso nel mercato e-commerce, il prossimo passo sarà quello di ampliare la linea ufficio, anche con nuovi tavoli regolabili in altezza, arredi per negozi che allargano l’offerta dagli ambienti operativi anche a quelli espositivi.