Self-production tra tecnologia 3D Printing, artigianato e compiacimento naif.
È un fenomeno in forte ascesa spesso unica possibilità di ingresso nel mercato per giovani designers dotati di spirito imprenditoriale.
Durante la Design Week Milano 2013 alcune zone si confermano piattaforme per promuovere e valorizzare le produzioni non seriali e autonome: per esempio BLA BLA alla Fabbrica del Vapore, Designersblock a OCA (Officine Creative Ansaldo), La Pelota e il circuito Ventura Lambrate uno dei quartieri più fervidi di creatività del Fuorisalone. Una scritta su un muro “accusava” i designers affermati di lavorare solo per il mercato del lusso; anche condividendo questa affermazione non si spiega perché, a parte poche eccezioni, il termine autoproduzione sia spesso sinonimo di sciatto e grezzo. Perché ho l’impressione di trovarmi all’esposizione dei lavori eseguiti nell’ora di applicazioni tecniche a scuola del mio nipotino? Trovo interessanti alcune sperimentazioni materiche e realizzazioni con tecnologia 3D Printing, ma davvero indisponenti certi lavori mal fatti di terra cotta o certi tavolini brutali di legno sciupato con praticello come top. Esiste una strada per l’autoproduzione che superi il compiacimento del look naif e un po’ “pulcioso”?
Didascalie
1 W&Co. (limo) panca di Wyssem Nochi; esposti a “79Au” (Ventura Lambrate) lavori tra arte e design dell’artista libanese.
2 L’azienda italiana Formabilio rappresentava a Designersblock (OCA) la sezione eCommerce della piattaforma.
3 Spiline di Domadesign, libreria componibile di Francesco Castiglione Morelli e Stella Berton, flessibile e facilmente riconfigurabile grazie al giunto strutturale rotante (Fabbrica del Vapore).
4 Mash-Up Collection di Diederik Schneemann (Autofficina at Ventura Lambrate) esplora le infinite possibilità offerte dal 3D Printing.