Tanti gli allestimenti scenografici di grande impatto (e alto investimento..). Vere e proprie architetture temporanee perchè partecipare a Orgatec significa offrire al mondo intero la fotografia della propria azienda, della propria visione e anche del modo di affrontare le tematiche di punta del workplace.
La funzione dello stand non è solo quella di esporre nel modo migliore i nuovi prodotti, ma di esprimere filosofie e strategie aziendali, ecco perchè anche gli slogan e i claim hanno un importante ruolo nella comunicazione.
Il motto di Orgatec “Culture at Work” e il tema di questa edizione della fiera “New Vision of Work” sono stati bene espressi e interpretati nei modi più diversi dalle aziende espositrici.
Ovviamente gli stand di grandi dimensioni sono quelli che per primi colpiscono l’attenzione.
Immediatamente si identificano alcuni filoni spesso contrapposti: la complessità nell’articolazione dei concetti e nella proposta di soluzioni o al contrario il massimo minimalismo e il focus su un solo o pochi prodotti.
Si notano anche due visioni opposte tra immagine tradizionale luxury (Poltrona Frau) e studiata scenografia basic (Vitra) anche per aziende di fascia alta.
Qualche riflessione in termini di eco-sostenibilità comincia per fortuna a farsi strada: la consapevolezza dello spreco dovuto a architetture che hanno una settimana di vita suggerisce alle aziende più green oriented di scegliere allestimenti modulari riutilizzabili in diverse fiere (Alias).
Meritevoli gli allestimenti che riescono a essere innovativi e a generare sorpresa pur utilizzando pochi materiali e non pregiati (Molo, Camira).
Nicchie colorate (Sitland+Sinetica, Caimi Brevetti, Fritz Hansen) e tendaggi (Caimi+ Snowsound, BuzziSpace, Norman Copenaghen, Svensson) sono elementi ricorrenti nelle installazioni che mettono in risalto l’utilizzo sempre più predominante che se ne fa anche nelle ambientazioni reali.
Talvolta il confine tra installazione e prodotto reale non è così evidente: rifugi acustici, office pod e fluidità del tessile (altamente performante) sono infatti anche concept di prodotto che emergono da #orgatec2018.
Approccio simile anche per la tecnologia che spesso è il cuore non solo del prodotto ma anche della comunicazione e dell’allestimento (Kokuyo, Nurus).
Le persone creano la cultura: Sedus.
Tra gli stand più ampi spicca Sedus: 1300 mq di elegante esposizione su diversi piani con percorsi articolati sottolineati da un’illuminazione dinamica.
Fin da lontano lo stand è identificato da stratificazione di anelli che, come in un albero, raccontano gli anni dell’azienda, il segno degli anelli rimanda anche all’impronta digitale che rende ogni uomo unico.
Attraverso questi elementi l’azienda esprime la propria “cultura del lavoro” costruita grazie al contributo di tutte le persone che hanno lavorato per Sedus e vengono citate “Le persone creano la cultura. La cultura fa la differenza. Queste persone hanno reso possibile che accadesse”.
La creatività nel mondo del lavoro: Twinsnetwork.
Non è facile rendere appealing la componentistica per sedie! Ci sono riuscite perfettamente Ivars, Brado, Stiwood e Metalmeccanica Alba che si sono presentate insieme a Orgatec sotto il marchio Twinsnetwork e hanno avuto il coraggio di non esporre alcun prodotto e puntare su un approccio ludico. Rispondendo al tema “Visioni del Lavoro” hanno creato un grande spazio dedicato a eventi e incontri b2b.
Fulcro, anche concettuale, dello spazio è il laboratorio creativo, con la presenza di due artisti/designer – Ylenia Deriu e Matteo Attruia- che con live performance lavorano rispettivamente sul tema della personalizzazione (realizzazione dal vivo di 150 pezzi unici di shopper bag) e sul tema della relazione (partite di tris con gadget per i vincitori) perchè su questi elementi si basa anche il mondo del lavoro.
Un’unica piccola critica: forse si sarebbero dovuti comunicare meglio i nomi delle aziende, molti visitatori dall’esterno hanno pensato che Twinsnetwork fosse il nome di una nuova azienda…
Intrigante gioco di specchi: True Design.
Grazie allo specchio centrale la visione dal corridoio offre la visione contemporanea del tavolo “tagliato a metà” con le due diverse finiture.
Il fascino della carta plissettata: Molo.
Carta, solo carta, per gli arredi , le pareti, le lampade. Una visione green per ambientazioni effimere anche per le soluzioni più flessibili pensate per gli ambienti di lavoro. La soft collection con struttura nido d’ape disegnata da Stephanie Forsythe + Todd MacAllen per l’azienda canadese è allo stesso un tempo allestimento personalizzato e un prodotto modulare di serie.
Trame tessili giganti in un Weaving Shed: Camira.
L’installazione progettata dallo studio Raumkontor di Düsseldorf gioca con gli elementi chiave del modo tessile -texture tattili di trama e ordito- e delimita le aree con giganteschi intrecci di tessuti in colorazioni calde di tendenza.
Visione sostenibile e “effetto serra”: Dieffebi.
Torna il tema della serra proposto con successo al Salone di Milano per esprimere la visione sostenibile dell’azienda, presente a Orgatec con un luminoso, grande gazebo che accoglie alberi e piante insieme alle proposte di arredo. Schermi di cristallo delimitano le diverse aree regalando la visione d’insieme dell’allestimento.