Great Place to Work: i Best Workplace 2016.

Un ambiente di lavoro eccellente si caratterizza per tre relazioni fondamentali: la fiducia reciproca tra management e dipendenti, l’orgoglio per il proprio lavoro e per l’organizzazione di cui si fa parte e la qualità dei rapporti con i colleghi. Questo è quanto emerge dalla ricerca Best Workplace 2016 di Great Place to Work che ha recentemente annunciato la classifica delle migliori aziende per le quali lavorare. Quest’anno la lista contiene 40 aziende invece delle 35 degli anni scorsi, e tra queste quattro sono piccole organizzazioni tra i 20 e i 49 dipendenti. Cinque sono le dimensioni principali da tenere in considerazione: Credibilità, Rispetto, Equità, Orgoglio e Coesione.

Welfare”, oggi, è diventata una delle parole chiave del management aziendale. Lo testimonia il secondo premio tra le Medium Company (al primo si conferma Cisco) assegnato da Great Place to Work a Vetrya , società di Orvieto che sviluppa soluzioni tecnologiche per la comunicazione digitale, per la sede-campus eco sostenibile con ampi spazi di verde e tutto quello che necessita per vivere in modo equilibrato la propria giornata lavorativa, dai campi sportivi, alle aree relax, all’asilo nido.

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“Il benessere organizzativo é un concetto molto semplice: una persona lavora meglio se vive una vita serena. Si tratta di dare ai collaboratori gli strumenti per costruire un rapporto equilibrato con il lavoro e con i colleghi e di dare loro un aiuto ad affrontare i problemi emotivi nel momento del bisogno: i corsi sulla gestione dello stress, la consulenza psicologica e il monitoraggio delle fonti di di stress sono le soluzioni che alcune aziende stanno sperimentando”, spiega Antonino Borgese, Presidente di Great Place To Work Italia.
Un benessere che il manager può verificare attraverso i social media dei propri lavoratori, dove, secondo la ricerca, questi esprimono maggiormente il loro attaccamento all’azienda e soddisfazione.
L’orgoglio per il proprio lavoro il vero motore delle persone“, ha aggiunto Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia. “L’apprezzamento per il proprio contributo, lo spirito di squadra e l’attaccamento al brand incide, infatti, per il 49% sulla percezione di vivere in un eccellente luogo di lavoro, aumentando la produttività e l’apertura verso il cambiamento. I nostri colleghi ci valutano come manager, giudicano le relazioni tra i propri colleghi e condividono le loro impressioni sui social media, che lo volgiamo o no. Azienda avvisata!”.

Un terzo aspetto importante è l’importanza del feedback, ovvero la comunicazione a due vie fra capi e collaboratori, aspetto che spesso in Italia viene trascurato (aziende multinazionali con casa madre italiana, nelle domande sulla comunicazione a due vie, hanno un dato favorevole medio del 55%, molto inferiore all’82% raggiunto dalle migliori aziende globali, ma anche nettamente più basso del risultato delle best italiane: 76%).
“Seppur la comunicazione a due vie non sia l’unico aspetto che distingue una azienda normale da una eccellente, è chiaro che le migliori aziende del mondo sono molto attente alla comunicazione verticale e che quindi, nella strada verso l’eccellenza, non ci si può permettere di sottovalutare questo importante tema”, ha concluso Andrea Montuschi, Partner di Great Place to Work Italia.
La classifica di Great Place to Work è stilata in gran parte in base al giudizio dei dipendenti che, compilando un apposito questionario, assegnano alla loro azienda il titolo di Best Workplace.
I risultati del questionario Trust Index costituiscono i 2/3 del punteggio finale, mentre la restante parte è legata all’analisi delle pratiche di gestione delle risorse umane, descritte dalle aziende nel questionario Culture Audit.
Testo di Gabriele Masi.

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