Il design blogger, figura strategica nell’azienda 2.0.

Web e dispositivi mobili stanno cambiando le modalità di comunicazione e di marketing. Ci si è illusi che gli strumenti del web fossero semplicemente un modo più comodo e veloce di fare le stesse cose di sempre. Ci siamo sbagliati.
Concordiamo con l’affermazione di Francesco Morace nel suo recente “Che cos’è il futuro?”: “Le aziende che potranno comunicare efficacemente in futuro saranno solo quelle che avranno davvero qualcosa da insegnare!”

Newsletter, DEM e pagine sui social network non sono la versione digitale di un pubbliredazionale su una rivista, di un volantinaggio porta a porta, di un gazebo promozionale nelle vie del centro, ma sono strumenti con regole proprie che operano in un mondo e in un mercato in rapida emancipazione. Web e mercato sono popolati da individui sempre più consapevoli e sempre meno compulsivi. Addio visibilità insistita, addio mainstream. Le nuove keywords sono autorevolezza, credibilità, reputazione, fiducia, cultura, condivisione, contaminazione, racconto, atteggiamento, emozione, esperienza, partecipazione, nicchia.
L’azienda 2.0, in particolare la PMI, deve organizzarsi per essere all’altezza di questa situazione in continuo divenire, con un approccio fluido e dinamico, propositivo e collaborativo.
Il blogger racchiude in sé le capacità di ricerca, coordinamento e sintesi delle informazioni, filtrate attraverso il valore aggiunto della passione. Informazioni necessariamente qualitative, non quantitative, per potersi distinguere nella giungla della rete.
Dotarsi di questo strumento in azienda, indispensabilmente con risorse interne ben formate e motivate, parzialmente o totalmente dedicate, diviene un’operazione strategicamente indispensabile.
Testo di Alessandro Barison, design blogger.
Nella foto gli uffici EmmeItalia, in equilibrio tra digitale e analogico.