Elastico e resistente alla pressione, termoisolante e fonoassorbente, naturale ed ecologico: non sorprende che il feltro, con le sue caratteristiche, sia un materiale che attraversa oggi un vero e proprio revival, fino ai complementi d’arredo per ufficio che ne hanno messo in mostra le qualità al Salone del Mobile 2016. Uno dei più interessanti materiali WOW!
Per le sue proprietà il feltro può essere considerato un materiale simbolo della nuove tendenze dell’interior design: resistenza, ma allo stesso capacità di adattamento e malleabilità, ecologia e basso impatto ambientale (il feltro originalmente è composto principalmente da fibre di lana unite attraverso il processo dell’infeltrimento), attenzione al rumore e all’umidità, privilegiando le qualità fonoassorbenti e termoisolanti.
Ecco perché non sorprende, oggi, la riscoperta di questo materiale, di cui presentiamo qui di seguito alcuni degli esempi più interessanti che abbiamo potuto osservare al Salone del Mobile di quest’anno.
Testo di Gabriele Masi.
In apertura. Wave, Hey-Sign. Le principali qualità del feltro vengono esaltate nelle partizioni acustiche o separatori. Il paravento Wave, formato da 8 elementi, crea all’interno di un open space uno spazio protetto acusticamente che favorisce la concentrazione, luogo d’incontro e allo stesso tempo di separazione. Ogni elemento è costituito da una cornice in alluminio nero, coperta quasi interamente da 5 metri lineari di feltro di lana, disposti a onda, per uno spessore di 3 mm. Anche le connessioni sono in feltro e permettono un facile riarrangiamento dei diversi pannelli acustici. Insieme ai paraventi, Hey-Sign ha disegnato anche una serie di separatori in feltro, che possono essere applicati sulla scrivania e sulle pareti.
2. Wind, Jin Kuramoto, Offecct. “Ho pensato a dei divisori che non fossero concepiti come un prodotto individuale”, spiega il designer giapponese. “Per me sono come la celebrazione della bellezza della natura, una foresta organica di forme capace di controllare l’acustica come un accordatore, che rende possibile parlare in privato anche in un ambiente acusticamente caotico”.
4. I Felt Oak, Christian Lutz. Quanto spazio di parete serve perché un elemento possa essere definito un paravento? Christian Lutz, all’interno del percorso di laurea triennale di “Design, cultura manuale e materiale” della facoltà New Design University St. Pölten, ha sperimentato il concetto di modularità ibrida, utilizzando da un lato barriere di feltro e dall’altro l’apertura delle scaffalature di quercia, alla ricerca di un senso di ordine, in un tocco di diversità.
5. Nascondino, Pierre-Emmanuel Vandeputte. Foto di Pauline Miko. Una collezione di nicchie per momenti di pausa e relax. Ispirandosi al gioco simbolo della fanciullezza, il designer belga crea una semi-barriera che non vuole interamente nascondere, ma che si diverte a lasciar vedere i piedi, come a voler confermare la “presenza nell’assenza”.
6. USM Inos, USM. La modularità USM torna sotto forma di una serie di box in fibra di poliestere, dall’aspetto morbido. USM Inos si adatta alle misure di USM Haller, in quattro diverse dimensioni in grado di creare infinite combinazioni. Create in collaborazione con lo studio studio svizzero di design atelier oï, i box possono essere facilmente impilati grazie ai coperchi, che, in caso di necessità, possono anche essere utilizzati come elegante vassoio per servire o per presentare.
6. Tomako, Vivero. Il casco di feltro in poliestere interamente riciclato, disegnato dal brand finlandese Vivero, è una originale soluzione per aumentare la concentrazione in ufficio: una provocazione, un gioco di forme che comprime lo spazio sotto un grande cappello capace di isolare dall’ambiente circostante.