Una tecnologia in dialogo, in uno spazio per il dialogo: il Future Food District di COOP progettato da Carlo Ratti Associati è in grado di raccontare, all’interno di EXPO, come i nuovi orizzonti e possibilità di applicazione dell’internet of things, e della potenziata user experience delle tecnologie di ultima generazione, possano arrivare a cambiare la nostra vita anche nei più semplici aspetti.
6.500 metri quadrati e 1.500 prodotti in grado di comunicare al visitatore tutte le informazioni di cui sono depositari attraverso etichette “intelligenti”.
Il Future Food District è un’ottimo esempio di come l’Internet of things stia cambiando totalmente la nostra capacità di acquisire informazioni e di percepire la realtà, anche nelle cose più piccole e antiche del nostro modo di vivere, come fare la spesa.
Il design e la tecnologia del Mit Senseable City Lab è stata in grado di creare all’interno dello spazio un costante dialogo con l’utente del supermercato, gestendo l’architettura delle informazioni, l’implementazione dell’infrastruttura IT, l’analisi e lo sviluppo dei touchpoint del punto vendita. Un esempio di ciò sono le “etichette aumentate”, sistemi grazie a cui il prodotto è in grado di raccontare se stesso, le sue proprietà, la sua storia, il suo tragitto in tre diversi livelli di interazione: il primo permette di ottenere indicazioni sulle caratteristiche primarie dell’articolo, il secondo racconta l’origine delle principali materie prime che compongono il prodotto, e l’eventuale presenza di ingredienti allergizzanti, il dato nutrizionale per porzione e l’impatto ambientale espresso in CO2 equivalente; infine, nel terzo livello, ci sono informazioni in dettaglio sulla storia e sulle sue caratteristiche.
“Abbiamo realizzato un supermercato come i mercati di una volta, con tecnologie che mettono l’uomo e le sue opinioni al centro” spiega Marco Pedroni, presidente di Coop Italia. “Il nostro non è un semplice padiglione ipertecnologizzato in cui la tecnologia è fine a se stessa. È una tecnologia che abbiamo appositamente messo a punto per Expo con la volontà di rendere totalmente trasparenti ai consumatori le informazioni che oggi in molti casi non lo sono in modo così completo”.
Una tecnologia che qui, come nel mondo dell’ufficio, arriva a modificare anche il layout spaziale, portando al suo interno una necessità pervasiva di comunicazione e trasparenza che si traduce nell’eliminazione di barriere verticali, di ambienti gerarchizzati e percorsi obbligati, disegnando un paesaggio aperto e orizzontale pensato per favorire il contatto e la relazione.
In questo il Future Food District è sicuramente l’esempio di un nuovo mondo in dialogo, capace di raccogliere e trasmettere informazioni, stimolando la costruzione di un modo di vivere più sostenibile e consapevole.
Testo di Gabriele Masi.