Un’epoca dove “il progetto ha perduto il progetto di se stesso” e il caos diventa una chiave di lettura del mondo contemporaneo. Da questa osservazione gli studenti della Scuola del Design del PoliMi hanno dato vita durante la Milano Design Week alla mostra Caos, a Palazzo Litta: 14 modelli in scala, scenografie evocative che riproducono oggetti che ci circondano e ci avvolgono.
E’ il Caos la legge che governa l’Universo. Un caos creativo, una forza positiva che scatena la creatività. Gli studenti sono stati chiamati a riflettere sugli spazi abitativi dell’uomo contemporaneo, luoghi solo parzialmente organizzati secondo le tradizionali funzioni domestiche, che ospitano attività non previste, costituite dal lavoro creativo, dalla musica, dalla moda e dalle relazioni umane. Dai progetti emerge una visione liberatoria a confermare che, in un’era che non è più governata dalle regole, il caos non deve essere visto come un disastro causato dalla mancanza di ordine, ma come una presenza positiva. Gli elaborati sono stati creati nel Laboratorio di Design degli Interni del primo anno della Laurea Magistrale della Scuola del Design al Politecnico di Milano, sotto la guida dei docenti Andrea Branzi, Michele De Lucchi e Francesca Balena Arista (supervisori: Marco De Santi, Paola Silva Coronel e Chiara Fauda Piche). Dopo L’Estetica della Miseria dell’anno scorso, Caos, è stata una delle più interessanti riflessioni durante il FuoriSalone 2016.
Testo di Gabriele Masi.
Didascalie:
1. Assillo, di Alice Borroni, Martina Cornaggia, Minghong Ou, Eleonora Trombi.
Per dominare il caos abbiamo bisogno di nuove e diverse visioni sul mondo. L’allegoria della finestra è quella di un nuovo sguardo sul mondo, capace di fermare le immagine e farle sue.
2. Di sola apparenza, di Olivia Mastrapasqua, Chiara Molene, Carlotta Montagna, Elena Sofia Nascimbeni.
In una realtà di incertezze, gli uomini cercano di badare a questo disordine prediligendo l’ordine cromatico ed estetico all’ordine logico. Questa scelta irrazionale, però, non porta ad un vero e proprio ordine: la collezione di carta, però, è ancora pervasa dal caos, ed è quasi impossibile ritrovare un documento in particolare.
3. Animi Quaestio, di Fabiana Rodenas, Marina Spini, Giovanni Taglialatela, Valentina Teruzzi.
Il progetto rappresenta il caos generato dai conflitti religiosi.I libri rappresentano la cultura personale e religiosa, da cui si possono effettuare due scelte: razionale oppure irrazionale, dettata da un’interpretazione errata inconscia della cultura. Dalla zona centrale, lo studio, si può salire in soffitta verso la razionalità o in scendere in cantina dove la violenza delle armi ribalta l’ordine culturale.
4. Elogio alla follia, di Flavia De Meo, Ambra Seliziato, Serena Caponetti, Matteo Bracelli.
Un atelier caotico dove l’artista accumula montagne di packaging e una installazione grafica in continuo divenire. L’immagine di un collezionista folle che in un accumulo esasperato esprime la follia del consumismo e l’estetica del caos.