Mentre in Parlamento si discute il disegno di legge sul Lavoro Agile, a Milano se ne analizzano i punti chiave nel convegno “Una legge Agile per il Lavoro Agile”. Lo ha organizzato -con un panel di altissimo livello- il Comune di Milano, forte propulsore della nuova legge, che per il terzo anno consecutivo promuove la Giornata del Lavoro Agile, diventata ormai un evento nazionale. Un evento aperto a chiunque voglia sostenere questa nuova cultura del lavoro.
Non è cosa di tutti i giorni riempire una sala da 200 posti parlando di una legge e tenere viva l’attenzione della platea per 4 ore. E’ successo ieri a Milano in uno dei convegni che anticipano la prossima Giornata del Lavoro Agile che si svolgerà il prossimo 18 febbraio.
E’ l’assessora Chiara Bisconti, pasionaria del lavoro agile, al aprire l’incontro sottolineando l’importanza di questa legge tanto invocata che risolve alcuni aspetti che sembravano vincoli all’applicazione dello smart working, ma mettendo in guardia chi pensa che basti una legge “quando sono in campo cambi culturale e manageriali la strada è lunga e complessa”.
Parla della città che trae vantaggio dal lavoro agile e si “resetta” su queste modalità, l’assessora Cristina Tajani, e del territorio milanese capace di sperimentare e dare suggestioni. Cita alcune importanti iniziative attuate negli ultimi tre anni e delle molte opportunità, per esempio i circa 100 spazi coworking, 49 dei quali accreditati.
Il successo del convegno è un segnale -uno dei tanti segnali- del vivo interesse per lo Smart Working, per le modalità lavorative che “rompono i paradigmi classici dell’organizzazione aziendale basata sul controllo e strutturata sulla definizione rigida di tempo e spazio” come ha ricordato Andrea Orlandini vice presidente nazionale di AIDP.
E c’è bisogno di cambiare clima perché “dove c’è fiducia, la fiducia aumenta” come ha detto Antonella Marsala, dirigente e project mngr di Italia Lavoro- si possono risolvere problemi di assenteismo e anche quelli demografici “perchè una donna soddisfatta del proprio lavoro è più disposta ad avere figli”.
Come WOW! illustra da anni, il Lavoro Agile esiste e già si applica in numerose virtuose aziende, ma ci sono esigenze normative; serve dunque una legge “leggera” di supporto che definisca qualche paletto senza essere troppo ingessata per non correre il rischio di essere obsoleta prima ancora di essere applicata.
L’inserimento del disegno di legge nella legge di stabilità ha permesso di accelerare i tempi e si presume che entro il 31 gennaio 2016 possa essere approvata.
E’ una legge gradita all’impresa che ne vede un’opportunità e al lavoratore che colloca tra le esigenze primarie la conciliazione tra vita personale e vita lavorativa (work-life balance).
Spetta a Maurizio Del Conte, consulente giuridico di Palazzo Chigi, sintetizzare i punti salienti del disegno di legge –una legge prescrittiva, ancora in progress che permette di accedere a incentivi (aliquota 10% fino a 2000 euro/mese) “nata dal raccoglimento dei suggerimenti che sono venuti da un confronto tra le parti” e a Franco Toffoletto, presidente dello Studio Toffoletto De Luca Tamajo, approfondire alcuni degli aspetti cruciali.
I punti principali della legge sul “lavoro etero-organizzato”:
la legge punta sul lavoro subordinato, ma prende in considerazione anche il lavoro autonomo con la chiara indicazione di investire sul lavoro di lunga durata;
può essere applicata (anche al pubblico impiego) su base volontaria e con patti chiari, anche su contratti esistenti, a tempo determinato o indeterminato ed è revocabile pur senza recidere il contratto;
si prende in considerazione l’utilizzo di strumenti tecnologici senza entrare in ulteriori definizioni;
per non essere confuso col il telelavoro si specifica che il lavoro agile non deve essere svolto esclusivamente da casa, includendo quindi luoghi alternativi;
si sottolinea che deve essere svolto “parzialmente” in remoto, per evitare il rischio di isolamento e alienazione e nelle ora stabilite nel contratto “lavoro agile non significa schiavitù”;
disciplina le modalità del servizio e il potere di controllo;
obbliga il lavoratore agile a garantire la riservatezza dei dati aziendali.
I punti più importanti riguardano la definizione di sicurezza e prevenzione con obbligo specifico di informativa sui rischi specifici del lavoro agile.
Si prevede inoltre l’obbligo di trasmettere all’ente assicuratore la comunicazione del contratto di lavoro agile.
Si intuisce che la richiesta -ribadita durante il convegno da Antonio Trafficante, direttore di INAIL Lombardia– di definire esattamente l’orario del lavoro agile è ancora un nodo da risolvere perché in netta contraddizione con la filosofia di massima flessibilità e agilità dello Smart Working.
Poiché le coperture assicurative obbligatorie coprono esclusivamente i percorsi casa/ufficio/mensa, la tutela contro gli infortuni in itinere si baserà su “criteri di ragionevolezza” e si cerca un a soluzione per non gravare “l’impresa agile” dei costi di un’assicurazione integrativa.
Nella tavola rotonda conclusiva si è sentita la voce delle rappresentanze sindacali e si sono condivise le esperienze di aziende -come Nestlè HR Giacomo Piantoni)– che da anni hanno intrapreso con successo il percorso del lavoro agile e quelle -come Tenaris (HR Patrizia Bonometti)– che non lo hanno ancora applicato, ma sono responsabili che è necessario conciliare vita e lavoro per per rispondere a un bisogno generale e per non perdere i giovani di talento. Il modo migliore per iniziare è fare comunicazione, formazione e condividere le best practices… e aderire alla Giornata del Lavoro Agile!
Testo di Renata Sias