Disegnata da Perkins+Will, la sede dell’American Society of Interior Designers (ASID) a Washington D.C. è frutto di una ricerca condotta con la Cornell University. E’ il primo workplace certificato contemporaneamente WELL Platinum e LEED Platinum e ha costituito un laboratorio vivente per studiare i modi in cui un design human-centered, che applica i concetti della biofilia, tecnologico e di alta qualità possa avere un impatto positivo sulla salute e sul benessere dei lavoratori e sulla produttività aziendale, creando un ufficio sostenibile a livello sociale, economico e ambientale.
“Il design di tutto l’ambiente di lavoro è stato condotto attraverso la ricerca e la raccolta di dati fatta precedentemente, e il suo successo è dimostrato dal raffronto con i dati successivi”. Così Randy Fiser, ASID CEO, ha presentato il progetto della sede dell’America Society of Interior Designers, sulla 15th street di Washington D.C., progettata da Perkins+Will come un laboratorio di ricerca finalizzato a dimostrare come un ottimo workplace design possa avere un impatto determinante nel contesto lavorativo.
L’ambiente di lavoro di circa 800 mq è il primo al mondo ad avere ottenuto una certificazione WELL Building standard Platinum e una LEED ID+C, la più alta rilasciata dal U.S. Green Building Council e dall’International WELL Building Institute.
La ricerca, condotta insieme alla Cornell University, attraverso una serie di interviste e dati ambientali e sociometrici raccolti nell’ufficio, ha dimostrato come il design migliori la qualità dell’ambiente, l’esperienza dei lavoratori nello spazio, la salute e la produttività dei lavoratori.
Dal punto di vista ambientale gli interventi hanno coinvolto la qualità dell’aria, l’acustica, l’illuminazione e la disposizione dello spazio. La riduzione di utilizzo di prodotti VOC, e un nuovo sistema di filtraggio dell’aria e di ventilazione, hanno portato ad un miglioramento della qualità dell’aria riducendo di 2,5 volte il livello di CO2 presente nell’ambiente di lavoro, mentre l’inquinamento acustico è stato ridotto fino alla metà di un normale co-working, attraverso i materiali utilizzati per il soffitto, pannelli acustici e un sistema di schermatura che favorisce la privacy.
L’illuminazione è stata studiata fin nei minimi particolari per utilizzare al meglio la luce naturale, attraverso sensori che regolano automaticamente l’altezza delle tende e posizionando i monitor dei computer in modo da impedire un eccessivo affaticamento visivo. Inoltre è stato studiato un sistema di illuminazione artificiale che attraverso lampade a LED e a fluorescenza, imita il cambiamento della luce del giorno, favorendo il naturale ritmo circadiano del corpo umano, cosa che, come dimostrano diversi studi, aiuta a diminuire effetti collaterali sulla salute della vita d’ufficio come stress, obesità, stanchezza e fattori di rischio di sviluppo di tumori.
Inoltre questi interventi hanno portato anche ad un risparmio energetico di 76MWh e 72.9 tonnellate di CO2 non emesse nell’atmosfera, con un risparmio a livello economico nei primi quindici mesi quantificabile in circa 8mila dollari.
Il design human-centered ha modificato anche l’esperienza dello spazio stesso cambiando la cultura organizzativa. Permettere ai dipendenti di scegliere la propria scrivania, ad esempio, ha stimolato la collaborazione, aumentando la comunicazione del 42% e la condivisione di idee del 44%. Inoltre la presenza di spazi con un’alta flessibilità e prenotabili comodamente attraverso un sistema dedicato, hanno aumentato il senso di appartenenza (69%), l’accessibilità dello spazio, il senso percepito di supporto sociale, la soddisfazione, la creatività e la produttività.
La ricerca ha dimostrato anche come un design ottimale porti benefici in termini di salute dei lavoratori, ma anche a di ritorno di investimento da parte dell’azienda. La possibilità di avere accesso a facilities incentrate sul benessere ha prodotto comportamenti virtuosi, come l’aumento dell’utilizzo della palestra, di sit-stand workstation, delle scale e del consumo di pasti salutari: questo ha portato in un anno al miglioramento del 2% dei punteggi sulla salute dei dipendenti.
La produttività è invece aumentata del 19%, riducendo l’assenteismo, e diminuendo i costi del 16%, permettendo un recupero dell’investimento, secondo le stime ASID, nei primi cinque anni.
Testo di Gabriele Masi.