Il simbolo della realtà aumentata QR Code (Quick Read Code creato dalla giapponese Denso-Wave nel 1994), si è diffuso in modo esponenziale negli ultimi anni grazie alle sue affascinanti potenzialità, alle applicazioni dei device mobili e all’aiuto dei social network.
L’onnipresente quadratino che appare su riviste, cataloghi, biglietti da visita, manifesti, può infatti racchiudere miracolosamente in pochi centimetri testi, immagini, filmati ai quali possiamo accedere semplicemente inquadrandolo nel nostro smartphone, ma anche diventare icona decorativa contemporanea.
Sebbene l’uso più comune del QR Code sia l’ampliamento virtuale di contenuti che lo spazio su carta non potrebbe contenere, il fenomeno QR ha assunto anche altre valenze legate a nuovi stili di vita e di comunicazione multimediale e ha ispirato la creatività dei progettisti nell’architettura e nell’interior design.
Interamente rivestito di QR Code luminosi, il Padiglione Russia I-City è stato premiato dalla giuria con una menzione speciale in occasione della 13a Biennale Architettura di Venezia “Common Ground” per aver scelto questo strumento che, attraverso un tour digitale interattivo, presentava il progetto del Centro di Innovazione di Skolkovo.
Ma l’uso alternativo dei tipici tassellini bianchi e neri si è spinto ben oltre nella “porno-camera” disegnata da Antoine Peters per il design & fashion Hotel Modez, recentemente inaugurato a Arnhem, dove la ripetizione quasi ossessiva del QR (su tappezzerie, tende, copriletto, lampade, comodini) non è solo una decorazione astratta ma guida in un mondo erotico di immagini e testi piccanti.
D’altronde, già nel 2008 il progetto per il Code Unique Hotel aveva fatto del QR l’elemento caratterizzante per il suo futuristico outlook. Nell’idea dei progettisti Soehne & Partner questa scelta non è solo un eyecatcher ma una metafora. L’hotel è un porto per businessman e come ogni porto è una interfaccia verso altri mondi, altre realtà, proprio come il QR.
A Dijon, in Francia si trova un altro interessante utilizzo di QR Code in architettura:
il call center e incubatore Teletech nell’ex laboratorio della famosa senape Dijon, recentemente ristrutturato su progetto di MVRDV “L’edificio era in buone condizione ma la sua volumetria lo rendeva inadatto per un workspace tradizionale. Il budget era inoltre troppo basso per cambiare la facciata o per interventi radicali sulla struttura. L’equilibrio tra ristrutturazione e ri-uso intelligente dell’esistente è stato l’essenza del progetto. -dicono i progettisti- La facciata, trasformata semplicemente con stampa di QR Code che guidano alle attività della Società, funge da strumento di comunicazione e da segnale del cambiamento”.
Vibranti segnali di innovazione sono anche nell’organizzazione spaziale degli interni dove 600 operatori del call center lavorano in ambienti flessibili, informali e confortevoli con ottima illuminazione. “Il modo in cui i giovani spesso lavorano, con un computer portatile sul divano o sul letto, è stato fonte di ispirazione per l’interior design: lo spazio dà la possibilità di lavorare nel modo che piace ai giovani operatori, arredato con oggetti domestici che rendono l’ambiente di lavoro divertente e creativo”. Fuori dalle ore di lavoro gli operatori hanno a disposizione fitness center, aree per il relax una galleria e un incubatore per nuovi progetti.
Ma uno tra i più estremi progetti di facciata Qr è probabilmente N Building, un centro commerciale vicino alla stazione di Tachikawa in Giappone, che comunica con l’esterno in modo dinamico attraverso la sua facciata: si possono avere informazioni aggiornate sul negozio, effettuare prenotazioni e acquisti. Ma i progettisti Terada Design e Qosmo volevano di più: “La nostra visione del futuro è quella in cui la facciata scompare, dando la possibilità a chi sta all’interno di essere visibile anche all’esterno”.
Quando il 15 dicembre 2009 si è tenuta l’inaugurazione è stata fornita al pubblico un’applicazione per iphone realizzata appositamente; premendo sui personaggi i loro commenti online appaiono come in un fumetto.
“Il nostro obiettivo era creare un incentivo a visitare lo spazio e fornire una connessione virtuale con lo spazio interno senza essere necessariamente presente”.
Hai già creato il tuo biglietto da visita con QR Code?