“Scommettiamo che 120 persone possono stare in 70 scrivanie nell’ufficio più bello del mondo?”, da questa provocazione negli storici edifici di via Manzoni a Milano è nato Hive di Intesa Sanpaolo, “una piattaforma che costituisce un nuovo patto tra l’azienda e le persone” come spiega Roberto Battaglia, che ha generato un progetto pilota per ambienti di lavoro smart, disegnati dagli stessi lavoratori che avrebbero vissuto lo spazio quotidianamente.
Vincitore del Copernico Smartplaces Award, Hive è uno spazio che educa attivamente a nuovi valori di organizzazione aziendale in grado di vedere il vincolo come opportunità creativa e a valorizzare il capitale intellettuale come un vero e proprio asset. Lo spazio, ridisegnato in modo più “energetico e smart”, è solo una delle quattro dimensioni sulle quali si fonda Hive che –insieme alla tecnologia, ai processi e ai comportamenti- ha innescato un percorso virtuoso.
“Hive è nato da quello che io chiamo un problema promettente, irrisolvibile con le logiche tradizionali: una nuova direzione aziendale di 120 persone, oggi 150, provenienti da sedi ed esperienze diverse in un contesto immobiliare molto vincolante dal punto di vista architettonico”.
Questa è la “sfida” che racconta Roberto Battaglia, Responsabile della Direzione Personale della Divisione Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo, che ha generato “Hive – Il futuro al lavoro”, il progetto pilota alla base del rinnovamento del quarto piano, sede della direzione Global Transaction Banking, nel prestigioso complesso di Piazza della Scala a Milano.
“Ai capi abbiamo posto un cambio di paradigma crudo. Hanno capito e ci hanno dato fiducia, accettando l’idea di “invasione di campo”: i colleghi stessi sono diventati designer e architetti. L’intelligenza è un asset importantissimo in azienda: come si può rendere creativo un bancario? Lì è iniziato il processo di trasformazione guidato dall’entusiasmo di giocare con il vincolo, un tema che è molto presente anche nel lavoro finanziario internazionale in sé”, continua Roberto Battaglia.
Il progetto ha sfruttato il co-design frutto della “creatività che c’era già” in potenza nel personale ed è stato sviluppato totalmente impiegando risorse umane interne a Banca Intesa Sanpaolo, utilizzando gli arredi forniti da Estel.
Tre sono state le leve utilizzate per educare al cambiamento verso lo smart working: quella fisica, che ha previsto un open space unico con postazioni non assegnate affiancato da piccole sale riunioni prenotabili, da una sala comune con una cucina a vista e da un terrazzo esterno con un roof garden che offre una vista molto suggestiva sul Duomo, la Galleria e lo skyline milanese; la leva organizzativa e la tecnologia, con l’utilizzo di strumenti che favoriscono il lavoro flessibile e la programmazione activity based della mobilità e dell’uso di sale e attrezzature; la leva motivazionale, con la responsabilizzazione delle persone nei confronti degli spazi condivisi e l’orgoglio di costituire un modello da esportare all’interno della Banca, espressa nello spazio dalle scritte motivazionali e dal colore, come elemento di forte creazione di corporate identity.
“All’inizio i colleghi hanno svolto un’analisi su loro stessi e si sono rimessi in gioco: si sono fotografati per come funzionavano e per come potessero funzionare, dando indicazioni su come volessero gestire la loro attività. Ed è per questo che non abbiamo avuto crisi di rigetto in seguito, ma il team è cresciuto oggi fino a 150 elementi”, ha concluso Battaglia. “A distanza di un anno, le persone sono ancora molto motivate perché sentono di ‘aver costruito loro’ questo modello che può essere ora esportato in azienda e sono orgogliose di raccontare agli ospiti esterni quello che hanno fatto: un esempio di successo di quel patto tra azienda e persone in una logica win-win.
“Volevamo sperimentare la smart working rendendo gli ambienti più accoglienti non semplicemente dal punto di vista estetico, facendo in modo che lo spazio e le soluzioni disegnate insieme favorissero dei valori condivisi.
Team working, flessibilità, informalità, maggior empowerment su attività e spazi e lavorare più in team”, ha aggiunto Luca Tedesi, responsabile Direzione Immobili e Logistica. “Oggi possiamo dire che c’è un wellbeing più elevato, in quegli spazi c’è realmente collaborazione e sono vissuti con maggiore flessibilità”.
Testo di Gabriele Masi.
Sergio Vicenzino, Sales director Italia di Estel che ha seguito direttamente il progetto Hive, commenta:
“Hive è una delle prime realizzazioni di Smart Office che Intesa Sanpaolo ci ha commissionato. In fase di space planning abbiamo pertanto elaborato con il cliente un interior design differenziato, con specifiche aree designate alle diverse funzioni. Il risultato è un vero e proprio manifesto per l’Italian Smart Office: grazie a un costante dialogo è stato possibile realizzare un workplace esteticamente gradevole, funzionale e rispettoso del benessere dei dipendenti”.
Arredi Estel utilizzati per Hive:
Postazioni Evo Sit&Stand con piano regolabili in altezza;
Tavolo sharing Baobab per sale riunioni;
Tavoli sharing Grand More per sale multifunzione;
Divani insonorizzati Dolly Eremo e Panche Dolly per postazioni relax;
Tavoli Plombier per aree lounge;
Banco Coffice per aree break e riunioni informali;
Tavoli More quadrati 160×160 con duplice funzione di scrivania e tavolo riunione per gli ambienti direzionali dove grande attenzione è stata dedicata al comfort acustico ottenuto tramite l’utilizzo di schermi e ante degli armadi fonoassorbenti.