Come si arreda uno spazio in cui lavorano 50 nativi digitali con un’età media di 25 anni? Se il pensiero corre agli uffici di Google per trarre ispirazione, nella realtà -con le disponibilità economiche di una start up e la determinazione del geniale imprenditore, Paolo De Nadai, classe 1988- il risultato ha una sua originalità!
Ricavati in un vecchio magazzino di via Cassala a Milano, gli uffici che fanno capo alle attivitá di Scuolazoo (Viaggi Evento e ZooCom, agenzia di consulenza social/digital) si sviluppano su due piani, collegati tra loro con le scale, con un ascensore decorato con la grafica del vecchio videogioco dei PacMan o…per i più atletici con un palo dei pompieri.
Il rapporto tra spazi attrezzati per il lavoro e quelli ludici é organizzato per conferire riservatezza a quest’ultimi: il lavoro é open space, per i giochi ci sono stanze dedicate.
Solo chi ha provato a ragionare a voce alta, con il proprio avversario, durante una partita di ping pong, sa quanto importante sia non essere distratti dal contesto…
Qui il gioco non é funzionale alla socializzazione e allo svago, ma é una delle possibili fasi del processo produttivo.
Se il budget giustifica un arredamento per lo più firmato Ikea, colpisce il “su misura” realizzato su progetto e direzione lavori dei genitori di Paolo, lo studio De Nadai di Padova.
Le “normali” scrivanie sofisticate e tecnologiche sono state ignorate: campeggia piuttosto la semplicità, quasi disarmante, dei grandi tavoli bianchi di legno con fori centrali per far passare i cavi dei computer.
Tutti i piani di lavoro di Scuolazoo hanno ancora addosso il buon odore del laboratorio artigianale dal quale sono usciti, non hanno nulla di standard e nella loro essenzialità portano i tratti di una provocazione artistica.
Un’installazione site specific dal messaggio brutale: le funzioni vengono esasperate piuttosto che dissimulate, gli artigiani del legno affascinano i giovani più delle macchine a controllo numerico, i nativi digitali -al di là dei luoghi comuni- non amano l’omologazione, ma cercano piuttosto spazi dove esprimere la propria creatività.
Lo sa bene il direttore lavori che ammette: “sono stati il nostro cliente più esigente!”, un’idea preziosa per chi pensa di rivolgersi a questa fascia di consumatori.
Testo di Silvia Fattore.