Negli ex capannoni trasformati da Tommaso Bettini in sorprendenti uffici il massimo della flessibilità progettuale corrisponde al massimo della complessità funzionale .
Gli ambienti complessi e di grande suggestione del nuovo laboratorio di ricerche MTA sono opera di Nicola Tommaso Bettini che ha risposto al complesso programma funzionale presentato dal cliente (azienda leader nella produzione di componenti elettronici ed elettromeccanici per il mercato Automotive e Race) con il progetto di una pianta distributiva randomizzata che ha generato una naturale flessibilità e adeguatezza degli spazi.
La facciata esterna riflette il paesaggio e costituisce il primo segno dell’intervento sui capannoni produttivi. La nuova pelle è realizzata con un sistema modulare di facciata continua semi-strutturale che nell’arco della giornata restituisce giochi di luci, ombre e riflessi sempre mutevoli. Mutevole è anche il paesaggio interno: il lay-out, nato da un metodo compositivo libero, definisce uno schema preciso che dal punto di vista architettonico offre traiettorie indefinite e ambigue. All’interno del capannone tutte le attività sono distinte in volumi separati e dislocate in modo organico sulla base dell’utilizzo e della reciproca interazione, come in una micro urbanizzazione. I volumi definiscono un sistema connettivo fluido e funzionale ed essendo caratterizzati da altezza, proporzioni e colori differenti generano un paesaggio sempre sorprendente. Il rapporto con l’architettura preesistente è rafforzato nel rispetto dell’ortogonalità della griglia del capannone.