Il 5° BarCamp organizzato da Cowo dedicato a “Il racconto dell’esperienza Coworking” conferma l’importanza del workplace per una concreta e proattiva condivisone e il valore del tessuto locale per generare Community che coinvolgono e riqualificano intere aree urbane. Anche da qui nasce la WeConomy.
E’ il valore del “Local” che fa conversare centri e periferie, come ha spiegato Cristina Favini, strategist di Logotel, la service design company che accompagna la trasformazione delle imprese in un modo collaborativo, affinché diventino Imprese Collaborative; ha sede nei 2000 mq della ex fabbrica Faema in via Ventura a Milano Lambrate ed edita i Quaderni della WeConomy.
“Un ambiente in cui esserCi. L’intreccio delle storie di vita di persone della community locale, legate da un Genius Loci, genera prospettive multiple e in potenza genera soluzioni Uniche” incita il quaderno “Local: talent, community, making”. Da questa idea è nata madeinlambrate.com, 365 giorni di creatività, lavoro e vita: un progetto collaborativo non- profit che unisce un network aperto di entità e professionalità diverse con sede nell’area di Lambrate.
Il coworking può rendere migliore anche la città, è d’accordo anche l’assessora alle Politiche del Lavoro di Milano Cristina Tajani che garantisce nuovi investimenti pubblici per gli spazi coworking nella città italiana che, più di ogni altra, sembra voler sostenere il lavoro agile e la politica della condivisione.
La community è il vero valore che distingue un Coworking da un banale Business Center o da un commerciale Ufficio Temporaneo.
Tra le diverse interessanti esperienze raccontate nel corso del CowoCamp (online come i quattro precedenti) sottolineano il valore della Community come “core”, elemento catalitico e identità portante del coworking inteso come bene relazionale anche Massimo Carraro, fondatore di Cowo, Aurelio Balestra di Toolbox, Torino e Login, azienda di cloud computing che con il provider Enter ha creato il più grande (1450 mq in una ex fonderia) corporate coworking tecnologico milanese perché crede nel We: “We are CoMakers”.
Un modello già implementato dalla mitica Google che nel quartiere vivace ed edgy di Shoredich, cuore tecnologico e creativo di Londra, ha creato il Google London Campus che ospita oltre 100 startup e uno spazio coworking per avviare il proprio business ma anche per agevolare la collaborazione e le connessioni.
Anche le grandi imprese votate allo smart working non sono insensibili ai vantaggi della condivisione. Per esempio Unicredit anziché sul classico e superato “telelavoro” o “home office” con tutti gli svantaggi di alienazione, alti costi e complicazioni burocratiche che ne conseguono, preferisce puntare su forme diverse di Smart Mobility: City Hub di quartiere, “luoghi terzi” del Gruppo situati nella cintura metropolitana che promuovono il senso di identità aziendale da parte dei dipendenti e anche di identità territoriale.
Editoriale Interattivo di Renata Sias, direttore di WOW! Webmagazine
In photogallery: Google London Campus.