“Il suono è uno dei più significativi materiali grezzi nella cassetta degli attrezzi di un designer”. Maya Dvash, Chief Curator del Design Museum di Holon (Israele), commenta così la recente apertura di Sound and Matter Design (29 Giugno – 28 Ottobre 2017) , un’esibizione capace di esplorare la relazione multidimensionale tra suono e design di oggetti e spazi, trasformando una costruzione iconica in uno strumento musicale.
Acustica e design, suono e arte: il Design Museum di Holon, insieme all’azienda di speaker e componenti acustiche Morel, ha trasformato il proprio edificio, progettato da Ron Arad, in un esperimento che analizza la relazione con cui le forme, gli ambienti e le esperienze quotidiane entrano in contatto e sono influenzati dal suono.
L’edificio è trasformato in un vero e proprio strumento: all’arrivo al museo, l’installazione curata da Anat Safran e Lila Chitayat “The Sound of Architecture” utilizza 100 altoparlanti posizionati in punti diversi e la cassa di risonanza dei vuoti delle costole in acciaio corten per creare un’immersiva arena musicale, dove i visitatori diventano compositori.
All’interno del museo, le stesse designer hanno curato l’installazione interattiva “Sensing Sound”, una piattaforma aperta in cui brani sonori appositamente composti vengono tradotti in una rappresentazione visiva, influenzata dal movimento dei visitatori.
La galleria superiore, invece, ospita “Seeing Sound”, una storia dagli anni ‘60 ad oggi dell’evoluzione degli speaker e dei sistemi stereo, attraverso più di 50 oggetti divisi in tre categorie che testimoniano il passaggio dal design dell’oggetto al design della user experience: stazionario, mobile e interattivo.
Il collegamento tra musica e il design è simboleggiato dalla mostra del designer di gioielli Dana Hakim Bercovich che utilizza, fondendole, le parti degli equipaggiamenti audio per creare oggetti che possono essere indossati, e dall’esibizione “Loops” nel Design Lab, che esemplifica il concetto di ripetizione attraverso oggetti che simboleggiano una serie di principi che legano il design all’acustica.
“Con questa esibizione vogliamo dare ai visitatori una vera esperienza dove si ritrovino ad ascoltare la voce stessa dell’architettura”, conclude Maya Dvash. “L’attenzione è su come ogni suono, ogni oggetto e ogni elemento possono essere giustapposti allo spazio. Gli oggetti musicali inclusi in questa esibizione, sono accompagnati da installazioni vuote, in cui non ce n’è alcuno, dimostrando come il design trascenda dall’aspetto puramento fisico per includere ciò che è apparentemente astratto.”
Testo di Gabriele Masi.