Video-tour nell’installazione site-specific di Jean Nouvel al Salone Ufficio.

WOW! ti guida nelle affascinanti ambientazioni di “Ufficio da abitare” progettate dal Pritzker Nouvel al Salone del Mobile 2013 Milano.

Non ha deluso le aspettative l’attesissimo allestimento di Nouvel dedicato all’ufficio! Attorno al “fuoco” centrale che brucia i modelli tradizionali di ufficio e ai quattro saggi che offrono perle di saggezza si aprono cinque affascinanti ambientazioni -non convenzionali, eppure molto concrete perché realizzate esclusivamente con prodotti di serie– che hanno catalizzato l’attenzione dei media sul tema dell’ufficio, hanno incuriosito i visitatori numerosi per tutta la durata del Salone e reso orgogliosi i produttori degli elementi utilizzati per l’allestimento (tra questi anche BTicino, Caimi Brevetti, Dieffebi). Operazione di marketing perfettamente riuscita, dunque; ma anche visioni altre di ufficio, unificate dalla sensazione di benessere che trasmettono e che raggiungono un pubblico ampio che esce dai confini degli specialisti di settore. Sbaglia chi pensava di trovare UN modello di ufficio per il futuro: Nouvel ci propone alcuni tra i molti modelli possibili oggi, ci suggerisce un modo nuovo di approcciare l’idea di ufficio, basata sul piacere di vivere il workplace e sulle nuove modalità lavorative, ci suggerisce strade per trovare altre infinite soluzioni di ambienti ibridi tra casa- lavoro- tempo libero, emotività e tecnologia. Luoghi “impregnati di generosità” che ispirano e accolgono.

Quattro amici, Ron Arad, Michele De Lucchi, Marc Newson e Philippe Starck, lo supportano raccontando la propria idea di ufficio e mostrando i propri, altrettanto piacevoli, luoghi di lavoro.

Poco convincente solo la sezione “Attualità dei grandi Maestri” che inspiegabilmente ignora alcuni tra i pezzi più significativi del design per ufficio (per esempio Action Office di Propst o Serie Spazio di BBPR o Sesie 45 di Sottsass) e non chiarisce i criteri selettivi per i pezzi messi in mostra.

(Renata Sias)

Dal momento in cui ci si libera da tutti i sistemi clonati e alienanti, si nota che sono molte le soluzioni possibili” – prosegue Jean Nouvel. “È necessario cambiare i comportamenti, progettare e pensare il lavoro in modo alternativo: un ufficio, dovunque si trovi, deve essere uno spazio a se stante, identificabile, trasformabile, carico di umanità, pieno di storia e di oggetti, un luogo semplicemente piacevole”.

In un’area di 1.200 m2 nel padiglione 24 dedicato al SaloneUfficio, l’architetto esplora così le possibilità del costruito attraverso il rifiuto degli spazi clonati, alienanti, standardizzati e seriali degli uffici di oggi e suggerisce alle aziende espositrici e ai visitatori nuove strade da percorrere verso formule di aggregazione alternative. Nasce così una sorta di piccolo quartiere, una piccola città – “l’ufficio da abitare” – in cui vengono proposti scenari lavorativi unici e singolari. L’obiettivo è dimostrare che uno spazio di lavoro deve essere capace, per la sua singolarità, di trasmettere non solo ispirazione, ma anche piacere di vivere. Non è né un’utopia né uno showroom né una mostra di pezzi d’eccezione: gli uffici esposti sono presentati in situazioni ordinarie, spesso esistenti, e mettono in scena mobili da ufficio prodotti in maggior parte da aziende espositrici al SaloneUfficio. Al centro un monolito, tanto misterioso quanto invitante, con i suoi quattro video-ritratti in cui altrettanto “saggi” – la stilista Agnès B, il fotografo Elliot Erwitt, l’artista Michelangelo Pistoletto e lo scrittore e regista Alain Fleischer – esprimono i loro interrogativi e punti di vista sul mondo del lavoro. Intorno al monolito, con un percorso libero, cinque situazioni di lavoro inedite evidenziano come il modo di lavorare di oggi sia già superato.

La prima, un appartamento classico, nel centro città, in cui tutto è rimasto immutato: saloni, camera, cucina, camini, pavimenti e modanature originali. In questo luogo di lavoro e di rappresentanza, arredato con mobili in armonia con l’architettura originale e le tracce del passato, si svolgono diverse attività in un’atmosfera calorosa e intima. Se ne apprezzano la comodità ma anche la singolarità e originalità degli spazi. Nell’appartamento è possibile vivere, esprimersi attraverso gli oggetti e lavorare in una cornice piacevole che conserva la logica funzionale dell’ufficio ma che non suscita gli stessi riflessi.

La seconda situazione presentata è l’espressione di una tendenza che si va sempre più affermando: lavorare a casa propria. Di giorno la casa si trasforma in ufficio, di sera e nei giorni festivi ritrova le sue funzioni domestiche. “Abitazione” e “ufficio” si mescolano: i mobili da ufficio si adattano alle mansioni della vita familiare e viceversa, in uno spazio in cui gli oggetti possono anche avere una doppia vita.

A seguire uno spazio aperto, all’interno un sistema di mobili industriali che si compongono, si accatastano, si smontano e si rimontano e che rompe con il totalitarismo e la ripetitività degli uffici di oggi. Mobili di epoche diverse si mescolano tra loro e con oggetti venuti da altri universi. Lo scenario aperto permette a ciascuno di esprimersi e di scegliere il proprio ambiente di lavoro: isolarsi dal vicino o avvicinarvisi; sedersi sulla scrivania ma anche coricarvisi. Tipologie differenti di legno, cartone, pelle e plastica colorata coesistono tra loro e oggetti atipici e inattesi dominano gli accatastamenti: nella loro irregolarità e imprevedibilità tracciano le sagome di una città.

Quarta ambientazione un capannone, semplice contenitore in lamiera tipico delle periferie urbane di tutto il mondo. Questi cubi spesso vuoti offrono una grande libertà di arredo. La loro singolarità spaziale consente qualsiasi forma di appropriazione e di differenziazione. Suggeriscono e ammettono soluzionispecifiche, non sistematiche, e totalmente flessibili, sia per mobili, luci e oggetti. La libertà di riconversione caratterizza questo spazio libero e privo di vincoli.

Il razionalismo è il tema dell’ultimo scenario proposto: un sistema di uffici high-tech a pianta aperta che, pur rientrando nella normalità e razionale standardizzazione, ha come obiettivo la trasformazione. La pianta, in apparenza statica e ripetitiva, è in realtà libera: le pareti mobili e smontabili consentono di riconfigurare il proprio ufficio, aprendolo così sullo spazio contiguo e sul corridoio o isolandolo. Le porte sono scorrevoli o a fisarmonica, le persiane consentono di gestire la luminosità, i vetri serigrafati di proteggere l’intimità di ciascuno. Raffinate rifiniture lignee e cromate insieme a componenti high-tech creano un’atmosfera lussuosa. Una programmazione totale, ma anche generosa e volta al piacere di vivere.

Al tema della luce è dedicato un laboratorio che promuove un’illuminazione artistica e pittorica degli ambienti di lavoro e che rompe con la monotonia delle tradizionali e omologate luci da ufficio. In questo ambito sono esposti prototipi di lampade dotate di funzioni di illuminazione inedite per consentire a ognuno di creare la propria luce. Spazi senza regole tradizionali, quindi, dove in primo piano viene messo il piacere di lavorare, dove ognuno compone il proprio ambiente secondo le proprie esigenze, dove vivono giochi di luci e riflessi.

L’evento prevede anche una piccola antologia di arredi dei grandi maestri di Jean Nouvel, un modo di rendere loro omaggio attraverso pezzi straordinari realizzati nel passato, ma sempre di grande attualità. Gli arredi sono presentati davanti alle foto dei luoghi per i quali sono stati ideati dai loro “creatori”, i maestri che compongo il museo immaginario a cui l’architetto francese si ispira. Completa il progetto la Vip lounge dove Ron Arad, Michele De Lucchi, Marc Newson e Philippe Starck sono stati intervistati nei loro luoghi di lavoro per raccontare la loro visione.