Ho avuto il piacere di presentare la biografia che Decio Carugati che recentemente scritto su Marco Bonetto e che mi ha dato la possibilità di conoscerlo meglio, di scoprire aspetti del suo carattere, della sua professionalità e del suo “way of designing” che mi erano ignoti. Marco è un industrial designer nel senso più puro del termine, con il pragmatismo e l’innovazione nel sangue, quale che sia il campo di applicazione del suo lavoro.
Sebbene il suo Maestro sia indubbiamente il padre Rodolfo (al quale da 20 anni dedica il premio Targa Bonetto), definire Marco Bonetto “figlio d’arte” è riduttivo. Dalla sua esperienza giovanile come pilota di rally automobilistici ha imparato a sposare il rigore e la flessibilità mantenendoli alla base del suo modus operandi. Grazie a una visione lungimirante dell’industrial design, sul modello dei più grandi studi all’estero, ha impostato il suo Design Center sul lavoro in team; ha ampliato il campo di intervento dal product design al design strategy e, sin dagli esordi e tra i primi in Italia, si è dotato dei più sofisticati CAD 3D per il car design.
Sebbene il suo campo principale di intervento resti l’automotive, i suoi progetti toccano anche il design dell’interfaccia e spaziano dalle attrezzature sportive all’elettromestico, dalle macchine industriali alla nautica, dalle macchine per il caffè ai telefoni pubblici: è stato proprio il telefono pubblico a scheda della Sip che nel 1984 che lo ha reso famoso.
Ha progettato in tutti i campi tranne in quello del furniture design; non sente la “predisposizione per il design dell’arredo”, mi spiega.
Invece è molto stimolato dall’interior design per le auto del prossimo futuro dove la tecnologia sta aprendo scenari assolutamente nuovi.
Come ci spiega in questa intervista, molto presto lavoreremo su auto che si guidano da sole e l’abitacolo diventerà un vero e proprio workplace in movimento.
Già nel presente l’auto è diventata il luogo “di lavoro” principale dal quale telefonare, quali sono ora le prossime evoluzioni?
L’auto è un oggetto in movimento, va guidata e richiede la massima attenzione, esistono già come optional dispositivi per rendere più sicura la guida, ma la gente non li usa. In ogni caso è dimostrato che anche la conversazione in vivavoce riduce l’attenzione alla guida.
Attualmente le migliori case automobilistiche stanno incrementando i sistemi di sicurezza, per esempio Volvo che ha introdotto il dispositivo di frenata automatica. Ma futuro è in un’altra direzione.
In un futuro molto più prossimo di quanto si immagini saranno sul mercato autovetture dotate di autopilota che permettono, oltre alla guida normale, di pre-impostare un percorso. Ne ho provata pochi mesi fa una della Audi in Germania, nel pieno del traffico cittadino di Monaco: è stato sorprendente! La tecnologia è già pronta, l’unico attuale ostacolo è di tipo legale per definire il problema di chi sia responsabile in caso di incidente.
In seguito arriverà anche il dispositivo che, interfacciandosi con lo smartphone, permetterà di scendere dall’auto e lasciarla parcheggiare da sola per poi richiamarla quando serve di nuovo. Il proprietario di Tesla ha dichiarato che presto l’autopilota dovrà essere imposto a tutte le auto perché è più sicuro e garantisce maggiore sicurezza evitando l’errore umano. Le supercar si potranno guidare solo su pista.
In un settore automotive dove le auto si guidano da sole, quali sono gli scenari innovativi che immagini?
Prevedo sistemi di interfaccia più evoluti, la connessione totale anche tra automobili e una concezione completamente diversa dell’abitacolo; questo microambiente potrà diventare un vero e proprio ufficio con la possibilità di sedersi dietro, avere una disposizione dei sedili tipo salotto per poter lavorare, da solo o in modalità meeting, mentre l’auto va a destinazione. Dal punto design tratterei la plancia e le interfaccia in modo diverso, per esempio con grandi schermi per le informazioni di viaggio e l’infotainment, stiamo già studiando delle proiezioni olografiche che riproducono un “maggiordomo” capace di darci tutte le informazioni su siti, hotel o ristoranti personalizzati in base ai nostri gusti e interessi e dei voice analyzer per fargli domande.
Lo scenario che si prospetta è davvero entusiasmante per chi fa design e davvero si potrà definire l’auto un ambiente di lavoro.
Quale è la tua definizione di innovazione?
Innovare nell’ambito di un prodotto significa apportare un miglioramento significativo o una invenzione tecnologica che risulti come un avanzamento rispetto il prodotto precedente.
Che cosa significa fare innovazione nel settore del design?
Fare innovazione nel settore del design significa applicare un processo di ricerca il cui risultato sia un miglioramento significativo non solo delle forme ma anche della funzionalità (grazie anche a una migliore tecnologia), un’innovazione può essere minima (ma percepibile dall’utente) o un concetto totalmente nuovo del prodotto.
Didascalie
1,Telefono a scheda Urmet-Sip, design Marco Bonetto,1984.
2, City car Miky, design Marco Bonetto,1994.
3, Modello virtuale interno per BMPV Fiat Auto, design Marco Bonetto, 2000.
4, Lampada Capri per Koizumi, design Marco Bonetto, 2004.
5, Abitacolo Audi, design Marco Bonetto.
6, Studio treno alta velocità Trenitalia, design Marco Bonetto, 2005.
7, Scarpone per Nordica, design Marco Bonetto.
8, Macchina per caffè Rancilio, design Marco Bonetto, 2015.
L’automobile diventa un workplace: nuovi scenari.
9, 10, Gea, Italdesign, Giugiaro design.
11, Hyundai, Curb.
12, Tata Motors Advanced design concept.