Il legame tra arte e azienda svela sempre nuove opportunità e si manifesta con forme e modalità ogni giorno più affascinanti. L’arte esce dagli spazi deputati ed entra in relazione con i nostri luoghi di vita e di lavoro. Ecco alcuni tra i più attuali esempi.
Mentre Max Mara annuncia le finaliste della 7a edizione di Max Mara Art Prize for Women,
Herman Miller, aderisce a Brerart ospitando la personale di Alessandro Giusberti e Piuarch ospita l’installazione scultorea di Adriano Pompa nel suo studio.
La 5a edizione di Brerart, mostra d’arte contemporanea diffusa nel Brera District a Milano dal 24 al 29 ottobre, offre l’occasione per trasformare strade, negozi e showroom in location temporanee per installazioni e performance artistiche.“Il Fuoco” è il tema della manifestazione 2017 che oltre a ispirare le diverse performance, insieme all’associazione Cibartisti, intende anche promuovere l’eccellenza italiana nel connubio Arte/Cibo.
Herman Miller: “The artifact is the mirror of the soul”.
Coglie questa occasione Herman Miller per ospitare nel suo showroom di Corso Garibaldi 70 la mostra “The artifact is the mirror of the soul” dell’artista bolognese Alessandro Giusberti, famoso per le sue Panoramiche.
Piuarch: “Scultura equestre” di Adriano Pompa.
Sempre a Brera, in via Palermo 1, lo studio di architettura Piuarch ancora una volta accoglie una manifestazione artistica, confermandosi un luogo di progettualità a tutti i livelli.
La nuova tappa nel percorso continuativo di questo “porto di creatività” è l’installazione “Scultura equestre” di Adriano Pompa, l’incursione in un mondo dal forte valore simbolico attraverso la reinterpretazione di San Giorgio e il Drago.
Resilienti
Sempre a Milano, Park Associati ospita nel suo studio di via Garofalo 31 la mostra “Resilienti”, scatti fotografici di Mario Frusca sul tema della resilienza, ovvero la “capacità di far fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, riorganizzare positivamente la propria vita dinnanzi alle difficoltà, ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, dando nuovo slancio alla propria esistenza”. Gli scatti fotografici in bianco e nero ritraggono il passaggio del tempo all’interno degli spazi architettonici e intorno a loro. Luoghi che hanno smesso di accogliere le attività umane, non ne rimandano più i suoni ma hanno mantenuto la capacità di non alienare la propria identità.
Settima edizione Max Mara Art Prize for Women.
Infine , ma non ultimo, va segnalata una delle iniziative pioniere del rapporto tra arte e azienda. Si colloca idealmente tra Londra e Reggio Emilia il progetto di Whitechapel Gallery, Collezione Maramotti e Max Mara che hanno appena annunciato i nomi delle 6 artiste finaliste del Max Mara Art Prize for Women 2017/2019, giunto alla settima edizione: Helen Cammock; Céline Condorelli; Eloise Hawser; Athena Papadopoulos; Lis Rhodes; Mandy El-Sayegh.
Il Max Mara Art Prize for Women, stato istituito da Whitechapel Gallery in collaborazione con Max Mara nel 2005, persegue l’obiettivo di promuovere e sostenere artiste che lavorano nel Regno Unito, consentendo loro di sviluppare le proprie potenzialità.
Agli inizi del 2018 sarà annunciato il nome della vincitrice che otterrà una residenza di sei mesi in Italia e avrà l’opportunità di realizzare un nuovo progetto da presentare alla Whitechapel Gallery e alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia.