
In questo presente post pandemico, quali sono le tendenze dei nuovi luoghi di lavoro e qual è la visione di Herman Miller?
Ne abbiamo parlato con Emmanuel Delvaux, Vice Presidente Europe di Herman Miller.
In questa intervista Emmanuel Delvaux, Vice Presidente Europe at Herman Miller ha spiegato a Wow Web Magazine quanto è cambiata la concezione del lavoro e la configurazione dei suoi ambienti dopo la pandemia.
Secondo le statistiche post pandemiche infatti, attualmente circa l’80% dei datori di lavoro ritiene sia meglio che i dipendenti lavorino da casa per un determinato numero di giorni alla settimana.
Ciò significa una maggior flessibilità nella gestione del tempo da parte dei lavoratori e vantaggi per i datori di lavoro che diventano più attrattivi per i propri dipendenti.
Questi ultimi inoltre hanno l’opportunità sfruttare meglio il tempo che precedentemente era sprecato nel pendolarismo, dedicandolo anche ai propri passatempi, agli hobby, alla famiglia e agli amici, oltre che al lavoro.
Nell’intervista il Vice Presidente ha anche evidenziato come la gente si sia ritrovata a lavorare da casa all’improvviso, senza poter fruire delle comodità dell’ufficio e adattandosi a operare dai divani, dai tavoli della cucina, dalle camere da letto, talvolta disturbati dai membri della famiglia, adottando spesso posture errate e dannose per la salute.
Oggi è dunque necessario trasferire nelle case e negli spazi destinati all’home office, strumenti e complementi ergonomici per permettere di lavorare in sicurezza e in modo salutare, al contempo creando in ufficio quell’atmosfera collaborativa e conviviale tipica della casa.
La strategia di Herman Miller per tenere il passo a queste esigenze in realtà affonda le radici nel passato.
Già anni fa con il concetto di “Living office” si puntava a capire quali fossero le attività dei dipendenti nella loro totalità, oltre alle indispensabili mansioni principali: condividere idee con i colleghi, parlare al telefono, recarsi a bere il caffè alla macchinetta.
Anche oggi, in un workplace sempre più collaborativo, occorre creare ambienti ibridi e polifunzionali per unire i vantaggi sia dell’home office sia degli uffici tradizionali.

Fluidità è la parola chiave del workplace del presente: abbiamo bisogno di dire no a postazioni di lavoro troppo definite, sì a open space di nuova concezione, più aperti alla collaborazione e capaci di assumere più funzioni.
Dunque sono ideali tavoli e sedute flessibili per un giorno, una settimana un mese o più. Dipendenti e lavoratori devono essere in grado di gestire in modo fluido spazio e tempo: solo così si potrà ritrovare un nuovo equilibrio.
Testo di Elena Marzorati