Il settore delle sedie -e sgabelli- resta in assoluto il più fecondo nell’ambito del furniture design. Lo conferma la quantità di nuovi prodotti che anche al Salone del Mobile e Fuorisalone 2016 le prolifiche menti dei designer hanno generato. E poiché a tutto c’è un limite, quelle innovative e capaci di distinguersi sono davvero poche, con un discreto sforzo WOW! ne ha selezionate 10.
C’è proprio bisogno di progettare ogni anno centinaia di nuove sedie, quando alcune icone restano in produzione e garantiscono i fatturati di importanti aziende e designer?
La risposta l’avevano già data due grandi Maestri: Bruno Munari, il quale affermò oltre 20 anni fa che “Ci sono più sedie che culi” e Ettore Sottsass, che citandolo aggiunse “bisognerebbe progettare nuovi culi piuttosto che altre sedie“.
Nonostante questa grande verità, lo slancio creativo non si ferma e anche la Milano Design Week 2016 ci ha regalato una quantità inverosimile di sedute di ogni tipo, forma e dimensione, in genere di buon livello, ma francamente trovo difficile individuare tra queste quale possa diventare la prossima sedia-icona per il futuro.
Alcuni concept interessanti nascono talvolta dalla combinazione di diversi materiali e tecniche produttive.
Lo sgabello sembra essere un altro tema ispiratore per diversi designer.
Per i motivi sopra citati è in crescita anche la tendenza di “ridisegnare” sedute praticamente identiche ad altre famose e già esistenti intitolandole “omaggio a..”, “tributo a…” oppure riproporre in versione oro i masterpiece del design. Francamente non se ne vede la necessità.
Più “onesta” invece la scelta di GTV – Gebrüder Thonet Vienna che ha allestito, alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, la mostra Icons Reloaded, dedicata ai pezzi storici, indicando quali tra questi sono ancora in produzione.
Anche se “fuori classifica”, al primo posto sono le “50 Sedie Manga” di Nendo per Friedman Benda (Photo by Takumi Ota). Probabilmente le uniche che ci hanno davvero trasmesso emozioni. Non sedie, ma oggetti parlanti e ironiche opere d’arte valorizzate da un fantastico allestimento all’interno del chiostro Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
Ecco le 10 sedute per collettività che a nostro parere si distinguono tra quelle presentate alla Milano Design Week 2016.
Twig, Alias, design Nendo.
Il tema delle diverse varianti su un unico modello di sedia è stato percorso da Nendo anche nella collezione Twig; quattro sedie ricavate dall’unione di diversi elementi, (massello di frassino o materiale plastico) collegati alla base realizzata in alluminio. Ciascuna con la propria identità ma fortemente integrate nella collezione.
Sag, MDF, design Nendo.
Sempre di Nendo è lo sgabello (o tavolino?) outdoor e indoor, concepito come un unico pezzo piegato su se stesso, con struttura portante in poliuretano rigido, denominato TECH, ottenuta per stampaggio.
AÏku, MDF, design Jean Marie Massaud.
Lieve e poetica, come suggerisce il nome, questa collezione di sedie ha la scocca in polipropilene bicolore, ottenuta per stampaggio ad iniezione, in diversi colori in abbinamento alla scocca. Un’ampia gamma di basamenti permette l’utilizzo in luoghi con esigenze e caratteristiche diverse, dal contract, all’ufficio, agli ambienti domestici.
Organic chair, Kartell, design Antonio Citterio.
E’ la prima sedia in materiale plastico eco sostenibile e biodegradabile; è infatti realizzata con un materiale organico innovativo di alta qualità, il BioduraTM, ricavato da materie prime rinnovabili vegetali; è resistente e perfetta sia per utilizzo indoor sia outdoor, ideale anche il contract.
Dream’air, Kartell, design Eugeni Quitllet.
Versione definitiva di un concept di seduta inedito dal punto di vista formale. La sedia nasce da un unico stampo con la seduta che sembra levitare al centro e il corpo della persona che si siede sembra galleggiare nell’aria.
Helix, B-Line, design Favaretto&Partners
La cifra stilistica di Favaretto è evidente in questa sedia in massello di legno resa ancora più dinamica e lieve da alcuni dettagli: le lunghe gambe posteriori ricordano l’elegante avvitamento di un’elica mentre il “corsetto” in corda elasticizzata dona un segno grafico deciso allo schienale.
Bolle, Fattore, design Enzo Berti.
Un sistema di lievi pouf e tavolini dalle linee pure, realizzato in vetro soffiato di Murano. Grazie ad un particolare gioco di forme concave e convesse, possono essere facilmente affiancati tra loro creando una famiglia completa. Cuscini in tessuto colorato e piani in legno contraddistinguono le superfici superiori di ciascun componente.
Happy Endings, Magis, design Jerszy Seymour.
‘Bureau for the Study of Vivid Blue Every-Colour Inhabitations of the Planet, the Transformation of Reality, and a Multitude of Happy Endings’ è il nome completo di questa collezione di sgabelli alti e tavoli (parte dell’opera d’arte concettuale ‘New Dirty Enterprises’ di Jerszy Seymour, presentata in anteprima alla fiera ABC Art di Berlino nel 2013) realizzata in sezioni di alluminio saldato e 100% riciclabile, con superficie verniciata a spruzzo manualmente, il cui intento è evocare una panoramica illimitata dei futuri possibili. Possono essere configurati per creare innumerevoli soluzioni adatte al lavoro o alla socializzazione.
Dome, Pedrali, design Odo Fioravanti.
Collezione che evoca la gloriosa tradizione delle sedie da bistrot con silhouette arcuate e forme generose. I dettagli del polipropilene richiamano gli incastri del legno. La versione traforata si ispira alla texture delle lamiere industriali. E’ impilabile.
Vic, Pedrali, design Patrick Norguet.
Una collezione che nasce dalla rivisitazione di forme classiche. Lo schienale si solleva dal sedile rimanendo fissato solo alle estremità, a creare un’apertura che conferisce alla seduta una sensazione di leggerezza e ne facilita lo spostamento. Le gambe in massello di frassino si integrano perfettamente grazie ad un guscio sottoscocca.