Ci sono sciacalli che vendono amuchina e mascherine a prezzi esorbitanti e ci sono sciacalli del design che approfittano del momento di difficoltà che l’Italia sta vivendo per tentare “lo scippo” della Milano Design Week.
Forse il magazine britannico non ha capito che se c’è qualcosa che assolutamente non può essere virtuale, quella è la Design Week di Milano.
Spero che le aziende, soprattutto quelle italiane, non caschino in questa vergognosa trappola che si appropria in modo indegno dell’identità e del valore del design milanese. E spero anche che il Comune di Milano faccia sentire la sua, la nostra voce.
Mentre noi italiani siamo segregati da una settimana, cantiamo dai balconi per farci forza e applaudiamo per ringraziare i nostri medici e infermieri;
mentre ognuno sta cercando di inventarsi soluzioni per non vedere andare in fumo anni di lavoro;
mentre le aziende fanno i salti mortali per non chiudere;
mentre tutti cominciamo a chiederci quando questa pandemia potrà definirsi conclusa,
mentre l’economia globale cola a picco,
mentre la comunità del design fa il tifo perchè il Salone del Mobile si possa svolgere a giugno e sta creando sinergie par dare maggiore forza al Fuorisalone,
con una mossa a dir poco sleale, il magazine online britannico lancia una sorta di fiera virtuale che dovrebbe tenersi nei giorni di aprile che erano stati fissati per il Salone prima del corona virus e che si chiama -indovina un po’- Virtual Milan.
Impunemente gli organizzatori specificano che “Virtual Milan is a digital alternative to Milan design week by Dezeen that will allow brands to launch their products online”.
Inutile dire che non sono stati coinvolti in questa iniziativa né altri magazine, né il sistema del design milanese, del network del Fuorisalone, della Milano Design Week (quella vera”!) che con grande difficoltà stanno comunque lavorando su un più forte coordinamento, su nuovi progetti e su altri che devono necessariamente essere reinventati.
Condivido quanto scritto nel comunicato diffuso daFuorisalone.it:
“Creare una fiera virtuale, pianificandola due mesi prima di quella reale, facendo leva sul momento di incertezza delle imprese e sulla tragedia personale, emotiva, sanitaria e relazionale che sta vivendo l’Italia (e l’Europa tutta) non è un atto che aiuta il sistema design e che non appartiene alla cultura del design per come la concepiamo noi.”
E ancora:
“Noi stiamo cercando di collaborare con più attori possibili, per il bene della Milano Design Week. Qualcun altro pensa solo per sé, alle spalle della Milano Design Week”.
Qualcuno ha definito “provocatoria” e “opportunistica” l’iniziativa di Dezeen, qualcuno ritiene che sia un’occasione persa che avrebbe potuto implementare la comunità del design milanese.
Io credo che questo scippo sia una iniziativa vergognosa e soprattutto credo che la vibrante vitalità, l’energia e la forza della VERA Milano Design Week sia non solo inimitabile (in tutto il mondo ci sono solo brutte copie) ma soprattutto intraducibile in una piattaforma online.
Testo di Renata Sias