Come superare il gap fra teoria e pratica quando si parla di smart working? Lombardini 22, insieme a DEGW, ha organizzato il prossimo 30 giugno nella propria sede milanese l’evento “Smart working: detto, fatto”, un’occasione per approfondire i processI e le aree di intervento necessarie ad implementare il lavoro agile nella propria azienda.
Si è parlato e si parla molto di smart working come rivoluzione contemporanea del modo di lavorare e molto è già stato detto sui fenomeni culturali ed economici che ne costituiscono le basi. Le resistenze alla sua applicazione, specialmente in Italia, derivano spesso da una scarsa coscienza dei processi che permettono ad una azienda di metterne in pratica i principi. “Smart working: Detto, Fatto” cercherà di indagare, il prossimo 30 giungo alle 18:00 nella sede di via Lombardini 22, come fare e quando funziona lo smart working, attraverso esempi di aziende che lo stanno sperimentando, alla ricerca di quell’allineamento tra culture organizzative, HR Policy and Practices, Workspace and Technology, indispensabile per la sua realizzazione. Non importa, infondo, quale sia il punto di partenza, ma la consapevolezza delle opportunità offerte da un modello che sposta definitivamente il fulcro dell’organizzazione “dal controllo alla motivazione”.
Verrà indagata anche la dimensione temporale, componente fondamentale dello Smart Working, e come la gestione autonoma, flessibile e decentrata del lavoro abbia inevitabilmente implicazioni dirette sui tempi e sulle modalità d’uso degli spazi e non possa prescindere dalla riconfigurazione del rapporto persona-ambiente di lavoro.
All’evento interverranno Alessandro Adamo, uno dei massimi esperti di consulenza internazionale specializzata nella progettazione integrata di ambienti per il lavoro e direttore DEGW, Matteo Barone, managing partner e responsabile dell’area employee engagement di Methodos, esperto di ricerche socio-culturali all’interno delle organizzazioni pubbliche e private, piani di change management culturale, comunicazione interna e programmi di stakeholder engagement integrato, e Michele Dalmazzoni, collaboration country leader e business transformation di Cisco Italia, responsabile per i processi di trasformazione dei business models dei clienti attraverso la digitalizzazione.
Testo di Gabriele Masi.