Neo-naturalismo e materiali della tradizione con intervento della tecnologia e il colore, dove c’è, ha tenui toni pastello.
Emerge sempre più forte il desiderio di toccare e annusare la natura; ma è più corretto parlare di neo-natura: anche ciò che appare grezzo è frutto di lavorazioni che rafforzano le proprietà e lasciano inalterati le caratteristiche naturali; tecnologie e natura sono armonizzate in termini di linguaggio espressivo. Protagonisti sono il legno in tutte le sue essenze; (diverse mostre, per esempio Very Wood e Beyond Wood), erano dedicate a Re Legno), ma anche rattan, midollino, rafia, bamboo, “puri” nelle proposte dei designer dell’estremo oriente (Hand Made in Hangshou o Taiwan Contemporary Chairs in Triennale), o in più occidentali accostamenti inediti con legno e metallo (Raphia di LucidiPevere per Casamania, Bamboo Steel di Nendo per Han Gallery, Expormim, Tina armchair di Benedetta Tagliabue). Tra i metalli spiccano alluminio e acciaio, ma si affermano anche il rame (Urquiola per B&B) e leghe KME (tavolo Copper-Frame di Christophe Pillet). Cala l’enfasi sui materiali tecnologici, sfruttati per le alte prestazioni ma meno esibiti e talvolta “naturalizzati” con delicati interventi manuali (Frottage di Setsu & Shinobu Ito presso Material Connexion in Triennale) e texture percettivamente stimolanti (Laminam Andy). In ufficio si nota un ritorno sempre più evidente del materiale tessile, soprattutto nelle aree in-between, grazie anche alle sue spiccate caratteristiche di fonoassorbenza.
I trend colore?
Colore sì, ma meglio su texture tridimensionale. Intramontabile il bianco e nero, singolo o accostato e ancora qualche strascico di colore saturo –la classica “macchia di colore” degli anni ’70- , ma le tinte davvero emergenti sono quelle pastello, delicate e non aggressive, dolci come caramelline di zucchero. Proprio le palette che il FutureColor 2013 di Akzo Nobel battezzava “Visual Solace”, “Collective Passion” e “The art Of Understanding”.