A Torino un centro uffici degli anni’70 di 4500mq vicino alla ferrovia è stato trasformato in ToolBox, un grande contenitore di strumenti e di modi per utilizzarli. Ambienti attivi e sostenibili dedicati alle aziende, ai professionisti e alle nuove generazioni di freelance. In Toolbox il lavoro autonomo diventa sociale, dinamico, condiviso.
Due edifici ex-industriali di tre piani, connessione wi-fi ovunque, un sistema flessibile di servizi personalizzati o condivisi. ToolBox organizza e ospita anche eventi di confronto e networking sui temi della creatività, del lavoro autonomo e dell’innovazione d’impresa. Il fulcro progettuale di questo “incubatore professionale” era capire come il progetto funzionale e architettonico poteva unire pluralità e coerenza d’insieme– spiega la progettista Caterina Tiazzoldi– ToolBox è stato infatti sviluppato modulando livelli di socialità e privacy, gradienti di relax e lavoro, range di formalità e informalità. I valori della molteplicità e della varietà sono le componenti più importanti del concept. L’intervento ha voluto mantenere quanto più intatta e visibile la struttura originale in calcestruzzo. La campata principale è stata suddivisa con una serie di “volumi filtro” (vani tecnici, impianti e armadiature). Lo spazio verso le finestre ospita 44 postazioni in coworking, mentre sul lato opposto, privo di aperture, è stato creato un corridoio sul quale affacciano i volumi e le “scatole” contenenti i servizi comuni (sale riunioni, area stampanti, bagni, cassette delle lettere, patio, cucina) volumi identici differenziati dai materiali usati che hanno migliorato le performance termiche e acustiche. In un’altra manica sono la zona lounge, bar e relax. La luce naturale arriva diretta negli spazi del co-working, mentre penetra dall’alto nei corridoi e ricade sulle sale riunioni. Il sistema automatizzato (BTicino) agisce sopratutto su tre aree: sicurezza, risparmio energetico, comunicazione. (sistema scrivanie Della Rovere, sedie Luxy, arredi e divani Ikea).