USM celebra il cinquantesimo anno del famoso sistema componibile USM Haller e per festeggiare lancia project50, un anno di workshop creativi in prestigiosi istituti europei di industrial design, iniziative private e un grande evento al Salone Internazionale del Mobile di Milano ad Aprile.
Per USM Haller, 50 anni sono il momento giusto per trovare nuove idee e reinventarsi.
L’anno di celebrazioni è stato inaugurato a Settembre 2014 nel laboratorio internazionale “rethink the modular”, nella tenuta di Domaine de Boisbuchet nel sud della Francia, intorno al quale docenti e studenti di design e architettura di USA, Giappone, Francia, Germania, Inghilterra, Italia e Svizzera sono stati chiamati a sperimentare e realizzare nuove interpretazioni e idee per il sistema modulare per eccellenza. Attraverso queste iniziative USM risponde a nuove domande, ad esempio, come ci si può confrontare con la modularità in un momento in cui è richiesta un’estrema flessibilità? E come si prospetta la modularità nel futuro?
Un’altra iniziativa di project50 è un audace esperimento: nel campus delle scuole partecipanti è stato messo un mobile USM con la scritta: “Rubami!”. Gli studenti sono stati letteralmente invitati a portar via una composizione per verificare quanto fosse semplice e rapido smontarlo e altrettanto facile rimontarlo. Un team, poi, ha documentato il viaggio del mobile di nascosto con video molto spesso divertenti.
I sistemi di arredamento USM Haller devono la propria notorietà internazionale alla componibilità, al grande rigore funzionale e formale e alla possibilità di facile implementazione nel tempo.
Il giunto di acciaio inossidabile che aggrega con estrema solidità ripiani e supporti e che, da quando è stato inventato, mantiene una flessibilità e una facilità di assemblaggio e smontaggio straordinarie e si rivela perfetto sia in ambienti contract che in spazi residenziali.
L’avventura dei sistemi evergreen USM Haller prende vita quando Paul Schärer, nipote del fondatore di USM, decise nel 1961 di dare nuovo impulso all’impresa. Nell’ambito di questo processo, Schärer incaricò per il progetto della nuova sede l’architetto svizzero Fritz Haller che configurò l’edificio sul principio di una intelaiatura strutturale modulare in acciaio unica nel suo genere, la stessa che due anni dopo, grazie a una mentalità flessibile e innovativa, ispirò il sistema di arredi modulare ancora oggi famoso in tutto il mondo.
Testo di Gabriele Masi.