
Qual è e quale sarà il nostro rapporto con la natura? lo abbiamo chiesto a Andreas Kipar, fondatore di LAND (Landscape, Architecture, Nature, Development) con Giovanni Sala.
La mission di LAND “reconnecting people with nature” è una delle risposte del futuro insieme alla parola “trasformazione”.
E la Sostenibilità, parola chiave della trasformazione urbana e dell’architettura del paesaggio, è ora più che mai il driver del futuro.
Quello che sta accadendo ci fa riflettere su quello che in fondo già sapevamo, spiega Kipar, tutti abbiamo detto che era necessario cambiare i nostri paradigmi, ma si sono viste poche azioni concrete.
Milano ha avuto un boom eccezionale a partire dagli anni ’80 e con Expo, dove noi ci siamo inseriti con la strategia penetrante dei Raggi Verdi: il mondo ha scoperto che Milano è una bella città!
Ora è necessario capire come riposizionare il nostro rapporto con la natura nei contesti urbani, sotto l’aspetto della salute, del comfort e anche come risposta all’adattamento climatico.
La città avrà il ruolo ancora più importante nel futuro perchè viaggeremo meno.
Osserviamo le due città che hanno approfittato della crisi del petrolio negli anni ’70: il successo di Amsterdam e Copenhagen deriva dall’aver saputo rispondere a una crisi con un progetto di qualità.
Io ipotizzo una sorta di Terza Natura che ci protegga: sotto il suolo ci sono le nostre radici, la terra è la nostra pelle e sopra c’è una Natura che non deve essere vista come nemico, ma come immagine positiva: in un parco, sotto un albero o un pergolato ci sentiamo bene.
Dopo avere lavorato sul cambiamento climatico e sulla biodiversità adesso dobbiamo lavorare su di noi. Dobbiamo farlo per la nostra salute, per il nostro benessere.
Non si tratta solo di piantare alberi in città, ma anche di generare bellezza. La via italiana può insegnarci una nuova estetica che si posiziona nella dialettica tra cultura umanistica e natura.
Questo tipo di benessere porterà anche a un consumo più mirato, più di qualità: dato che possiamo comprare tutto online, uscire in città per fare acquisti può diventare un evento particolare che ha valore fuori dalla quotidianità.
Come dice Mancuso, dobbiamo ricoprire di verde ogni superficie possibile, e in questo senso molte iniziative sono state promosse, ma queste scelte devono essere sostenute da un profondo desiderio, dalla consapevolezza etica che questo rapporto con la natura produce nuovi modelli estetici.
La città non deve essere un luogo dove soffrire. Questo non è un tema di élite, ma un tema sociale ed etico.
Non si tratta solo di realizzare terrazzi, cortili e boschi verticali; creare un paesaggio urbano significa connetterci con le nostre radici e sono fiducioso che questo modello possa prendere vita.