
Mentre tutti sono spaventati dalla situazione corona virus e sembrano immobilizzati, c’è chi si muove controcorrente.
Alessia Garibaldi, ex partner di DC10, annuncia che ci sono delle novità in questo momento di pausa forzata: è nato Garibaldi Architects, un nuovo brand della progettazione dedicato al su misura.
Il percorso era già iniziato con i più stretti collaboratori; ci piace l’idea di puntare sulla qualità del progetto e portare il made in Italy all’estero, in particolare in Asia e Cina dove già stiamo lavorando.
La nostra tradizione è molto valorizzata all’estero e siamo supportati da fornitori e artigiani di alto livello, ma anche da grandi aziende che si stanno aprendo al custom e sono strutturate per interventi con finiture speciali su prodotti di serie. Dovunque c’è forte richiesta di personalizzazione.
Noi storicamente ci siamo occupati di design per l’ufficio, in particolare avevamo iniziato un progetto a Bologna, che è ancora in corso, con soluzioni di interior design basate sull’innovazione tecnologica che anticipano un trend che vedremo presto emergere perchè in questa fase di emergenza sanitaria abbiamo visto un’accelerazione.
Avevamo pensato a scrivanie sit-stand elevabili dotate di sensori sofisticati per la rilevazione di presenza, configurabili e prenotatili da remoto. Questo tipo di intelligenza nel workplace avrà sempre più peso: offrire spazi sicuri sarà un must.
Il luogo di lavoro deve essere ripensato in termini di spazio e di dimensioni: avevamo ridotto lo spazio della scrivania perchè era tutto era dedicato alla relazione con gli altri. Abbiamo applicato questi concetti in tanti coworking e uffici per start up.
Quello che permane pre e post corona virus è la voglia di comunicare e di raccontarsi, l’essere umano ha bisogno di lavorare in team, anche se cambieranno gli strumenti.
Ci saranno community, si lavorerà anche da casa perchè abbiamo scoperto anche gli aspetti positivi dell’home working.
Gli spazi ufficio avranno forse le stesse dimensioni, ma una minore affluenza di persone e diverse modalità di incontro.
Gli architetti dovranno dare un supporto a questo cambiamento inglobando l’innovazione tecnologica al servizio dell’uomo.
In questi giorni abbiamo potuto sperimentare il lato salvifico della tecnologia che si affiancherà agli gli elementi che già avevamo introdotto negli uffici: biofilia, benessere luce naturale, ergonomia degli spazi avranno ancora più valore e li porteremo anche nelle nostre abitazioni.
Prima la casa ha contaminato l’ufficio, ora sarà l’ufficio a entrare nella casa, i confini sono sempre più fluidi e dimamici.
Dovunque abbiamo ancora più bisogno di spazi flessibili per rispondere alle diverse esigenze, creeremo piccole aree di postazioni smart anche in casa con arredi leggeri, dinamici, che permettano di riconfigurare facilmente l’ambiente.
Credo che si apra un momento di grandi opportunità per i progettisti e anche le aziende dovranno rivisitare i propri prodotti in una chiave di valore e di attenzione al benessere della persona. Avranno ancora più rilevanza la certificazione WELL e la direzione umanistica che già avevamo intrapreso.
Da parte dei colleghi vedo il desiderio di integrare funzioni e aprire dialoghi con discipline diverse che non possono più procedere su binari paralleli.