
L’emergenza covid-19, seppure coercitiva, ci ha dato l’opportunità di riscoprire la dimensione personale nella gestione del lavoro con libertà di orario.
Ritengo che la Libertà sia una condizione basilare per il futuro per il lavoro.
Così afferma l’architetto Paolo Mantero che valuta positivamente anche il lavoro da casa, dove nonostante la mancanza di socialità e di confronto diretto, in realtà le infrastrutture hanno retto e le tecnologie ci permettono di fare quasi tutto; anzi, la sensazione generale è di lavorare meglio e di maggiore concentrazione.
Con i collaboratori dello studio abbiamo instaurato una connessione permanente con chat e video.
Forse è troppo presto per stabilire il reale livello di benessere/malessere e che implicazioni indurrà questa nuova abitudine al lavoro da remoto.
Credo che le aree dedicate alle scrivanie saranno erose a favore di spazi di supporto che nelle aziende mancano.
Questa prova generale di pseudo smart working,, con il 100% del personale in remote working, prova che l’ufficio è ancora troppo basato sulla scrivania e indurrà sicuramente un’accelerazione nel cambiamento.
Anche se le aziende dovessero pagare uno scotto in termini di inefficienza, i vantaggi di questo mega-test sono altissimi in termini di cambiamento culturale.
L’uomo e la società sono cambiati e anche il workplace richiede un ridisegno complessivo strutturato più sul tempo che sullo spazio.
Il benessere delle persone va salvaguardato, ma le regole, le norme ergonomiche e le dimensioni basate su percentili sono un retaggio superato: basta osservare il modo in cui lavorano i millennials.
L’activity based office è già superato da un pezzo!
Continueranno a servire spazi produttivi dedicati al lavoro, ma concepiti in modo diverso rispetto alle attuali grandi cattedrali degli headquarters.
Dovranno essere hub con una diversa filosofia, capaci di creare contesti sociali, e contaminati da elementi intorno che permettano scambi virtuali, culturali e relazionali.
Forse questa crisi sanitaria ci fornirà anche indicazioni sulla conformazione degli spazi; non solo sulle distanze sociali, ma principalmente sull’esigenza cognitiva: si ridurrà la consuetudine di stare alla scrivania tutti insieme.
Avremo headquarters sempre più stimolanti che assomigliano a spazi retail e Starbucks sempre più simili a uffici.