Laureato in architettura e industrial design, affascinato dalla creatività e ispirato dal padre Mario, Claudio Bellini ha fondato nel 2007 Claudio Bellini Design+Design.
WOW! intervista Claudio Bellini.
Lo studio Claudio Bellini Design+Design applica un identico modello progettuale in ogni parte del mondo e con ogni tipo di azienda o prodotto di design oppure modifica il proprio approccio in base alle diverse realtà?
Applichiamo un modello progettuale flessibile, che non prevede step prefissati; è un processo creativo aperto e sperimentale. In Europa, dove la tradizione e la cultura del design sono radicati, normalmente si instaura il gruppo di lavoro, tipico del modo di lavorare creativo. Le esperienze all’estero richiedono invece uno sforzo in più per travasare nell’azienda il nostro modo di fare design. Credo che questa sia la sfida principale per tutti i designer che come me lavorano in Paesi culturalmente lontani dal nostro.
Claudio Bellini Design+Design lavora in campi molto diversi tra loro (dall’ufficio all’illuminazione, dall’automotive all’elettrodomestico, dalle sedie alle maniglie..) dalle analisi per questi progetti emergono nuovi stili di vita e nuove esigenze da parte degli utenti?
Lavoro su diverse categorie di prodotti e sviluppate in diverse aree culturali. Per quanto riguarda i contesti “geografici”, da parte dei clienti verifico la richiesta di prodotti che soddisfino il modelli di gusto e di cultura occidentale. Mi sembra interessante però riuscire a filtrare alcuni elementi propri di culture, valori e sensibilità, diversi dalla nostra e tradurli in uno stile più internazionale.
Per quanto riguarda gli stili di vita, sono arti director di un brand del Gruppo Natuzzi orientato al mercato giovane e internazionale. Oltre all’immagine particolare per gli store, sto cercando di interpretare la voglia di vivere in modo più disinvolto gli oggetti di casa. Sto sviluppando il tema di un divano formalmente semplice con meccanismi nascosti, un play-ground per giocare, un amico o un compagno che respira con te il mood di famiglia, si plasma e cambia umore: in base a come si muove la testata il divano diventa serio, composto oppure sorride o ride.
Ci sono “contaminazioni” concettuali ed elementi in comune tra i diversi settori di progetto nei quali opera Claudio Bellini Design+Design?
L’attitudine progettuale è la stessa in ogni campo, si basa sull’identico ottimismo, la voglia di esplorare, di scoprire, di reinterpretare. Le contaminazioni esistono e sono soprattutto tra architettura e design, ma anche per quanto concerne la conoscenza di materiali e tecnologie: penso per esempio a una sedia realizzata con materiale utilizzato nel settore aeronautico, oppure a lastre prodotte per il rivestimento degli edifici che abbiamo usato come piani per i tavoli.
Quali cambiamenti si sono verificati nella visione di ufficio negli ultimi anni (da Extra Dry di Tecno 1993 o TW di Frezza 1998 o Ypsilon Vitra 2001 fino Iron Doimo 2011ai nuovi prodotti presentati a Orgatec di Ersa e Sidiz Fursys) e come questi cambiamenti si rispecchiano nei nuovi prodotti?
Come indirizzo nel design, vedo arredi sempre più semplificati, dal punto di vista formale e costruttivo, che diventano semplici supporti per una tecnologia sempre più sofisticata.
Nel panorama generale, i cambiamenti hanno prodotto un modello di ufficio che stimola aggregazione casuali nell’arco della giornata creando paesaggi più liberi, meno organizzati e focalizzati per aree e specializzazioni, articolati in aree che “stanno nel mezzo” (informali, lounge, amenity, break) e che da studi scientifici risultano innescare creatività e aumento di produttività. È un fenomeno sempre più diffuso, non solo in nord America; le analisi di un’azienda per la quale lavoro in Corea, Paese tradizionale sotto molti aspetti, dimostrano che queste aree sono cresciute negli ultimi 5 anni dal 10% al 60%. Questo significa che cambia anche l’accento sui dettagli apparentemente non funzionali e “inutili” che sono invece basilari per il comfort percepito e per sentirsi a proprio agio.
Quale scenario e quali evoluzioni prevedi per l’ufficio e per i modi di lavorare del prossimo futuro?
Da molti anni si parla di lavoro da casa ma non vedo segnali forti in questa direzione.
Non credo ci saranno cambiamenti repentini nel prossimo futuro, ma la tendenza delle “aree di mezzo” si radicherà sempre più diffondendo un modello sempre più relaxed di ambiente di lavoro con presenza massiccia di tecnologia smart.
Vedremo svilupparsi un ambiente che esplora in modo più approfondito l’animo umano per metterlo nelle condizioni migliori e per predisposto a produrre con più gioia.
Qual è il prodotto più interessante e innovativo disegnato da Claudio Bellini?