L’opera artistica come valore aggiunto e come investimento da inserire nel servizio di progettazione. L’obiettivo è elaborare progetti articolati che possano diventare competitivi soprattutto all’estero, dove le produzioni italiane sono spesso sinonimo di visioni artistiche della vita e del lavoro.
L’utilizzo dell’arte per finalità decorative, diventa spesso una questione che fa inorridire gli artisti e i galleristi, di oggi. Ben diversa era la situazione nel Rinascimento, dove le botteghe d’arte hanno inventato l’immagine coordinata, dalla moda all’architettura, per i grandi marchi dell’epoca, che erano le famiglie aristocratiche.
La suddivisione e la relativa specializzazione delle competenze ha provocato, in epoca moderna, una parcellizzazione dell’offerta creativa: architettura, arredamento, oggettistica, moda seguono percorsi progettuali e produttivi differenti.
Con il risultato che, talvolta, l’albergatore inserisce sopra ogni letto un quadro che non dialoga con lo stile dell’arredo. Allora perché non allargare l’offerta creativa del progetto, presentando non solo una successione di manufatti e opere di professionisti differenti ma competenze integrate per valorizzare le architetture e gli spazi?
L’obiettivo è quello di far dialogare arte, architettura e design, che sorprendentemente in Italia, storicamente dedicata alle produzioni artistiche, faticano a trovare collaborazioni che consentano di proporre al mercato un servizio integrato.
Occorre elaborare progetti articolati che possano diventare competitivi soprattutto all’estero, dove le produzioni italiane sono spesso sinonimo di visioni artistiche della vita e del lavoro.
Si tratta, quindi, di promuovere le relazioni tra comparti affini e che spesso fanno riferimento allo stesso mercato (l’ufficio, l’albergo, il centro benessere, il ristorante, la residenza di prestigio, gli yacht) creando opportunità comuni di business.
Il primo passo è sensibilizzare lo studio di architettura, non abituato a trattare l’arte, per proporre, attraverso la collaborazione di una galleria, l’opera artistica come valore aggiunto e come investimento da inserire nel servizio di progettazione che svolge per i propri abituali clienti. In questo modo, insieme ai cataloghi di materiali, di arredi troverebbero posto i cataloghi di opere d’arte, come analogo strumento di lavoro.
L’individualismo delle professioni ha creato l’individualismo dei professionisti; a quando la condivisione dell’arte?
Testo di Marco Migliari.
Didascalie
1 Allestimento di MDF Italia con opere di Nicolò Quirico e la collaborazione di Costantini Art Gallery di Milano, per lo spazio Opere d’arti (a cura di Marco Migliari e Carlo Trevisani, Macef settembre 2013).
2, Opera in cartapesta di Alice Zanin allestita dalla Galleria Bianca Maria Rizzi & Ritter all’Hotel Melià di Milano, per l’evento Italia Fuoriserie 2014 (a cura di Marco Migliari). Foto Davide Garieri.
3,4, Sculture di Christian Zucconi allestite dalla Galleria Bianca Maria Rizzi & Ritter all’Hotel Melià di Milano, per l’evento Italia Fuoriserie 2014 (a cura di Marco Migliari). Foto Davide Garieri.