
Non si può comprendere appieno la qualità del progetto di Cino Zucchi per il Padiglione Italia “Innesti/Grafting” alla 14a Mostra Internazionale di Architettura, Biennale di Venezia, senza tenere a mente la sua chiave di lettura, espressa dalla metafora dell’innesto. L’innesto che, in botanica, si fa sulla pianta esistente per farne germinare nuove varianti.
Metafora che, come sottolinea Zucchi nella presentazione del progetto alla Triennale, vale sin dal modo in cui il tema del Padiglione Italiano germina dal tema dato da Rem Koolhas per la Mostra, “Absorbing Modernity 1914-2014”. Metafora che diventa leit-motiv nell’ordinamento espositivo del Padiglione Italia, in gran parte dedicato a Milano, e appunto agli “innesti” dell’architettura moderna nel suo tessuto storico.
Negli esempi, o frammenti di discorso, presentati con ricchezza di spunti da Zucchi, si sottolinea soprattutto l’aspetto traumatico ma vitale dell’innesto dell’architettura moderna nel tessuto storico della città. Con tagli, cesure, demolizioni, (emblematici i progetti per la Piazza del Duomo), e alla fine assorbiti dal tessuto originario, ma anche con tentativi di ricucitura almeno parziale del rapporto con il tessuto antico (Bottoni, Moretti, Caccia Dominioni). Esempi quasi sempre positivi, dove emerge la sapienza richiesta a chi opera un innesto, che deve avere chiaro l’obiettivo ma anche ben conoscere e rispettare la pianta sulla quale lavora.
Testo di Giorgio Origlia
Didascalie
1,2, Il portale Archimbuto: un innesto contemporaneo. Cino Zucchi, curatore del Padiglione Italia su incarico del MiBACT, ha progettato un grande portale in ferro Cor-ten acidato, realizzato e sponsorizzato da De Castelli. Un ‘amplificatore visivo’ che introduce i visitatori alla mostra intitolata ‘Innesti/Grafting’.
Il portale, affettuosamente chiamato “Archimbuto” per la sua forma che risuona con lo spazio esistente e accoglie i visitatori alla mostra, valorizza le potenzialità espressive del metallo, con l’individuazione di una speciale finitura che esalta il tipico spettro cromatico del ferro (compreso tra grigio, marrone e bluastro).
Ancorato a una platea di cemento, costituito da ben 163 pannelli per un’altezza complessiva di 10 metri e un peso di 6 tonnellate, il portale rappresenta dunque anche la concreta esplicitazione del titolo della mostra: un ‘innesto’ della creatività contemporanea negli antichi e bellissimi spazi dell’Arsenale, e insieme un ‘link’ di connessione tra interno ed esterno, dimensione pubblica dei percorsi di visita e fruizione più appartata e riflessiva della mostra.
Questo progetto sigla l’ulteriore sviluppo della profonda sintonia tra architetto milanese e azienda veneta De Castelli che ha già originato, due anni fa, l’installazione ‘Copycat. Empathy and Envy as form-makers’ realizzata nell’ambito della 13a Biennale di Architettura, unico progetto italiano segnalato con Menzione d’Onore dalla giuria internazionale della mostra.
3, In occasione della Biennale, De Castelli è anche sponsor e la panca-serpente long size di Lavazza, installata nel Giardino delle Vergini all’Arsenale.
4, Schema generale dell’allestimento del Padiglione Italia alla 14a Biennale Archiettura di Venezia.
5, Poster Innesti/Grafting.
6, Franco Albini, Franca Helg, La Rinascente, Roma 1957-1961 © CZA.
7, Luigi Moretti, Edificio in Corso Italia, Milano 1949-1955 © CZA.
8, Barozzi / Veiga, Scuola di musica, Brunico (BZ) 2012 © Estudio Barozzi/Veiga.