
Tre scafi di navi formano il tetto della struttura, una facciata multimediale realizzata con 2 milioni di bottiglie di plastica riciclata, e un sistema naturale di mitigazione del clima anziché aria condizionata. Il Padiglione Italia per Expo Dubai 2020 (progettato da CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota Building Office, con Matteo Gatto e F&M Ingegneria) rappresenta un esperimento di architettura riconfigurabile e design circolare.
Il tratto finale del percorso interno offre ai visitatori l’esperienza unica di “ascoltare il Silenzio” grazie agli 800 pannelli fonoassorbenti Snowsound Flat (design Alberto e Francesco Meda) di Caimi, Supporter Sponsor del Padiglione Italia.
Il padiglione è stato realizzato coinvolgendo alcune tra le aziende più innovative d’Italia. Fa uso di plastica riciclata e di innovativi materiali da costruzione – dalle alghe ai fondi di caffè, dalle bucce d’arancia alla sabbia – e impiega un avanzato sistema di mitigazione del clima alternativo all’aria condizionata. Anche la struttura stessa dell’edificio esplora il tema del riuso: il padiglione incorpora nella sua copertura tre scafi di navi a grandezza naturale, i quali potrebbero potenzialmente navigare al termine dell’evento.
Mentre nel contesto di eventi temporanei come un’Esposizione Universale, spesso molte strutture diventano materiale di scarto dopo soltanto pochi mesi, l’architettura del padiglione mette in discussione questo approccio. Il Padiglione Italia è stato pensato come un’architettura capace di evolversi nel tempo e in modo sostenibile.
“Il nostro progetto per il Padiglione Italia si occupa di quella che è probabilmente la maggiore sfida dell’architettura di oggi: esplorare la doppia convergenza tra naturale e artificiale. Questo ci consente di prefigurare e suggerire strategie che saranno sempre più cruciali nel futuro delle nostre città, mentre affrontiamo le conseguenze dell’attuale crisi climatica.
Il padiglione muta continuamente, e parla di sostenibilità e riconfigurabilità sia nel lungo termine, grazie all’approccio circolare, sia nel breve termine, grazie all’uso di tecnologie digitali.” afferma Carlo Ratti, fondatore dello studio CRA e direttore del Senseable City Lab al Massachusetts Institute of Technology (MIT).
Il padiglione, di oltre 3.500 mq, non presenta pareti ma è delimitato da una facciata multimediale a tenda, composta da corde nautiche. La facciata si illumina e diventa dinamica grazie ai LED incorporati sulle corde. Le stesse corde, prodotte in plastica riciclata usando l’equivalente di circa 2 milioni di bottiglie, sviluppano un intreccio verticale che si estende per quasi 70 chilometri di lunghezza complessiva.
Dopo la conclusione di Expo, esse saranno riutilizzate, seguendo i princìpi dell’economia circolare. Proprio l’impiego delle corde nautiche, insieme a un sistema di raffrescamento localizzato con nebulizzatori, consentono di ottenere ombreggiamento e ventilazione naturale e migliore comfort termico. Complessivamente, il progetto punta a sperimentare modalità più sostenibili per raffrescare edifici e ambienti urbani.
La scelta della copertura dell’edificio evoca le storiche connessioni via mare tra la penisola italiana e quella araba, collegandosi in questo modo ai temi sia della partecipazione nazionale dell’Italia “La Bellezza unisce le persone” e l’Expo Dubai 2020 nel suo insieme “Connecting minds , creating the future”.
Il percorso interno.
Gli ospiti del padiglione accedono al percorso interno tramite una scala mobile che li porta fino al livello di 11 metri dal suolo, direttamente sotto la navata del primo scafo. Da questo punto panoramico è possibile osservare l’intero padiglione, per poi iniziare a camminare su una passerella sospesa al di sopra degli ambienti espositivi e delle installazioni.
Tra gli spazi principali si trova il Belvedere: una costruzione circolare sormontata da una cupola ricoperta da piante selvatiche della macchia mediterranea, la quale richiama i giardini rinascimentali. Qui accanto, la microalga spirulina, coltivata dall’azienda del settore delle energie rinnovabili Tolo Green, rende possibile la purificazione dell’aria tramite la biofissazione dell’anidride carbonica prodotta dai visitatori.
Il percorso espositivo comprende inoltre anche l’Innovation Space dedicato alla ricerca tecnologica; le installazioni digitali “Second Sun” e “Second Moon” realizzate da Enel X le quali creano un crescendo di effetti luminosi, legati alle emozioni dei visitatori monitorate in tempo reale.
Segue il “Teatro della Memoria”, dove si trova una copia del David di Michelangelo stampata in 3D, realizzata della Galleria dell’Accademia di Firenze e dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Università degli Studi di Firenze.
Uscito dal Teatro della Memoria, il visitatore entrando nella Rampa Immersiva, si immerge nel Paesaggio del Silenzio realizzato con 800 pannelli fonoassorbenti Flat di Caimi che permettono di vivere un’esperienza anecoica.
Al piano terra del padiglione completa la visita la caffetteria “Solar Coffee Garden”, progettata da CRA e Italo Rota per Lavazza.
CRA e Italo Rota hanno anche progettato l’installazione per per Eni intitolata “Braiding the Future”, dedicata al tema della biofissazione di anidride carbonica. Qui viene ricreata una coltivazione di microalghe utilizzando una cascata di liane illuminate a LED alte 20 metri. All’interno di ciascuna delle liane luminescenti scorrono le microalghe: il circuito a vista diventa una interpretazione spettacolare della tecnologia di coltivazione di questi organismi unicellulari che, attraverso il naturale processo di fotosintesi producono composti ad alto valore.
La tecnologia di biofissazione intensificata della CO2 che ha ispirato l’installazione è stata sviluppata in Italia da Eni, Politecnico di Torino e la start-up Photo B-Otic. Essa consiste nella coltivazione intensiva di microalghe all’interno di fotobioreattori planari illuminati da una luce LED ottimizzata su specifiche lunghezze d’onda. L’installazione, posta all’ingresso del padiglione, è un chiaro riferimento all’impegno concreto di Eni verso un futuro più sostenibile, che include la fissazione e possibile valorizzazione della CO₂, e rappresenta un nuovo capitolo della collaborazione progettuale con CRA e Italo Rota, dedicata alla ricerca di nuovi materiali e nuove soluzioni per l’ambiente costruito.
Il resto del Padiglione Italia include materiali che sono stati scelti in coerenza alle linee guida dell’economia circolare, sviluppati in collaborazione con Mapei, azienda produttrice di prodotti chimici per l’edilizia. Caffè e bucce d’arancia lasciate essiccare e ridotte in polvere, vengono utilizzati per rivestire i percorsi e le passerelle sospese. Lo stesso padiglione poggia su una duna alta 5 metri, realizzata con sabbia di provenienza locale.
Il percorso interno è inoltre arricchito da una serie di elementi verdi, con oltre 160 specie vegetali che vivono all’interno dell’edificio.
Sviluppato in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e con il botanico Flavio Pollano, questo paesaggio naturale rende omaggio alla biodiversità e alla bellezza ecologica dei territori d’Italia e del Mediterraneo. Particolare attenzione è dedicata al ruolo delle piante nella lotta alla desertificazione.
Accolto sin dall’inaugurazione come una delle architetture più riconoscibili di Expo Dubai 2020, il Padiglione Italia ha vinto il premio come miglior progetto imprenditoriale dell’anno ai prestigiosi Construction Innovation Awards assegnati ogni anno nel Paese che ospita l’Esposizione. Il padiglione sarà aperto fino al 31 marzo 2022 con centinaia di eventi artistici e d’affari organizzati al suo interno in questo periodo.
Foto di Michele Nastasi