
Clubhouse Brera è l’innovativo concept di spazio di lavoro nel centro di Milano proposto dalla piattaforma Copernico. Un luogo esclusivo per lavorare, incontrarsi e sviluppare idee, un collettore di contenuti, relazioni ed eventi culturali che occupa l’ex Teatro delle Erbe.
Il progetto di Laura Stecich rispetta il genius loci e si caratterizza con un interior design che reinterpreta in chiave contemporanea gli elementi delle avanguardie artistiche del ‘900 dall’art deco al glorioso design degli anni ’50. Segni e stilemi fusi con sapiente equilibrio in un’atmosfera sofisticata che trasmette nel modo migliore “l’italianità” del nostro stile di abitare, di vivere e di lavorare.
In ogni parte del mondo le organizzazioni diventano sempre più fluide e gli smart workers, soprattutto imprenditori, professionisti, decision makers, sono in costante aumento: servono nuovi spazi per rispondere a questi stili di lavoro.
“Con Clubhouse abbiamo pensato a un luogo speciale in grado di distinguerci e rappresentarci al meglio” ha dichiarato Pietro Martani, Amministratore Delegato di Copernico “Where Things Happen”.
E’ stata scelta la formula del membership club, con una spiccata connotazione “rosa” sarà infatti il primo club in Italia aperto all’imprenditoria femminile; i membri saranno al massimo 500 (250 uomini e 250 donne), solo alto di profilo e di diversi settori: Finanza e Real estate, Design e Moda, Arte e Cultura.
Il progetto architettonico.
Dall’ingresso dell’austero edificio che affaccia su foro Buonaparte, un corridoio ritmato da tagli verticali di luce conduce verso il club: oltre 1000 mq distribuiti su 2 piani.
Ci accoglie l’area bar che è anche luogo di lavoro e per meeting informali. La tecnologia è dovunque, ma non appare, l’atmosfera è elegante, i colori degli arredi sono sobri, la luce è discreta: poltrone, tavolini da caffè e un communal table -citazione di quelli nei club inglesi- che all’ora del lunch diventa il fulcro dello spazio.
Nel design del banco bar, con citazioni art deco, si colgono reminiscenze di un sipario aperto a ricordare l’originaria destinazione di questo spazio che è stato il Teatro delle Erbe; citazioni “teatrali” si colgono anche in altri dettagli dell’interior design e negli arredi, contemporanei ma con riferimenti agli anni ’30, realizzati su disegno dell’arch Laura Stecich che ha curato tutto il progetto.
Dalla sala club, completamente chiusa, si passa a un secondo ambiente più luminoso che si sviluppa su doppio volume e intorno a un piccolo “giardino segreto” vetrato. All’atmosfera soft contribuisce un’attento progetto acustico con l’utilizzo di materiali fonoassorbenti.
Qui si trova il palco polifunzionale, perfetto per eventi e spettacoli, che -chiudendo diversi sipari rossi- si può suddividere in varie sale meeting.
Intorno alla vetrata del giardino su un lato corre una grande mensola dove poter lavorare guardando verso l’esterno seduti su sgabelli, sull’altro sono disposti altri divani e poltrone; il verde è presente anche nella parete vegetale sul mezzanino.
Le ambientazioni degli arredi sono diversificate per rispondere a ogni esigenza: scrivanie e tavoli riunione in open space o phone booth vetrati per telefonate riservate, librerie che accolgono una collezione di libri d’arte dedicati alle avanguardie del’900, lockers ispirati alle grafiche di Mondrian per contenere gli oggetti personali o ricaricare i propri device (ognuno è dotato di recharge station).
Su questo spazio affaccia il piano superiore che ospita sale riunione chiuse da pareti vetrate (Universal Selecta), un secondo comunale table per incontri privati e tre office suite dotate di bagno privato e doccia per offrire una confortevole pausa di relax ai manager che viaggiano in giornata.
Foto di Andrea Menin (1/2; 5/8; 13/16)