
Lo scorso settembre, Gianfranco Marinelli è stato eletto all’unanimità Presidente di Assufficio (Associazione Italiana dei Produttori di Arredi per Ufficio e Comunità) dal Consiglio Direttivo.
Laureato alla Bocconi, Marinelli ha una conoscenze profonda del settore ufficio grazie al ruolo di direttore generale che per molti anni ha coperto in Unifor, azienda del Gruppo Molteni.
In occasione della sua elezione ha dichiarato “Sia compito e responsabilità dell’Associazione dare una nuova spinta e una nuova linfa al settore”.
Incontriamo il settimo presidente di Assufficio che in questa intervista esprime il suo punto di vista sul Mercato Ufficio e sulle strategie dell’associazione.
Quale pensa siano i suoi compiti principali in qualità di presidente di Assufficio?
Durante il primo consiglio direttivo ho indicato dei punti che credo debbano essere oggetto di approfondimento e per la cui realizzazione serve la spinta del presidente, ma anche la partecipazione e collaborazione di tutte le aziende associate.
Innanzitutto per l’associazione e per la sua sostenibilità è fondamentale ampliare il numero degli associati.
Tra i punti da affrontare avevo incluso anche l’importanza del Salone Ufficio 2019 e la necessità di dare un nostro contributo come associazione.
Vedo anche la necessità di dare una spinta all’internazionalizzazione che oggi e limitata solo alle principali aziende italiane del settore, mentre spesso le piccole aziende non ne hanno la forza.
Il tema è complesso ma bisogna iniziare a prendere in considerazione oltre a Orgatec anche altre fiere in altri Paesi ai quali si può accedere.
Altro aspetto importante che credo di dovere affrontare come presidente è l’urgenza di riprenderci un po’ della marginalità che, come settore, abbiamo perso.
Sull’esempio di quanto già fu promosso in passato, intendo proporre una sorta di decalogo etico che in fase di offerta impegni le aziende a chiedere al cliente il recupero di una serie di costi di logistica che oggi non possono più essere assorbiti nei prezzi di offerta: per esempio trasporto, montaggio, tiro al piano, certificazioni che vengono richieste, eventuale ritiro dell’usato. Servizi che potevano essere forniti gratuitamente quando il mercato non chiedeva gli sconti ai quali siamo oggi costretti, ma che in questa situazione economica vanno a intaccare il margine industriale.
Vorrei anche che venisse aggiornato il contratto-tipo di fornitura a disposizione delle aziende associate; ne sono stato promotore perché ritengo che in qualsiasi trattativa, il fornitore sia avvantaggiato se può fornire un suo contratto; anche se ci saranno modifiche da apportare, l’azienda sarà agevolata perché spesso i clienti impongono un loro contratto e diventa difficile aprire un contraddittorio per modificare clausole che a volte possono essere vessatorie.
Infine, nella mia posizione di neutralità, vorrei sollecitare una nostra “apertura mentale” invitando alle nostre riunioni un paio di volte all’anno esperti che parlino di economia in generale, di sviluppo tecnologico o di argomenti più specifici che vadano oltre gli aspetti che quotidianamente dobbiamo affrontare.
Una sfida che tutti dobbiamo porci è per esempio se esistono modalità alternative alla pura acquisizione di un’azienda da parte di un’altra, per esempio formule di collaborazione anche commerciale, per uscire dalla situazione di nanismo nella quale si trovano le aziende produttrici del settore ufficio.
Altra sfida che deve essere attuata è quella di “fare sistema” attraverso azioni concrete e declinata in vari ambiti.
Per esempio per Orgatec 2020 le aziende italiane si potrebbero presentare insieme chiedendo all’organizzazione un intero padiglione che possa esporre il valore del made in Italy come patrimonio comune.
Questi ritengo siano i compiti della cui soluzione vorrei essere promotore.
Quali sono le sue impressioni sul mercato nazionale e quali le principali problematiche in Italia ed europeo dell’ultimo anno? Dal report FEMB quali dati emergono nel resto d’Europa?
Il settore ufficio è da anni sotto pressione; dal 2007 tutte le aziende – sia che operino sul mercato interno sia all’estero- hanno subito una forte riduzione della capacità di affari e una compressione sui margini operativi.
Le ragioni? L’ufficio è cambiato; qualcuno sostiene che il mobile per ufficio non serva più, ma io non condivido questa teoria. Credo che le aziende debbano, non solo adeguarsi ai trend attuali, ma anche prevedere le nuove necessità. Lo scenario attuale dimostra che a fronte di un calo del numero di scrivanie, aumentano altre tipologie di arredo per are colloquiali. Certamente l’ufficio non è più fatto solo di scrivanie.
La situazione non è molto diversa nel resto d’Europa, come è emerso dall’ultima riunione FEMB (Federazione Europea dei Produttori di Arredi per Ufficio) a Vienna , alla quale Assufficio ha preso parte.
Ad eccezione dei rappresentanti di Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria che si sono espressi in termini positivi, tutti gli altri hanno evidenziato le difficoltà che derivano dalla compressione dei prezzi e dalla frammentazione della domanda che obbliga le aziende a essere artigiani anziché imprese.
In teoria questa richiesta del mercato potrebbe portare vantaggi all’Italia, ma in realtà questa frammentazione ha un costo che il mercato non vuole pagare. Il mercato pretende prodotti personalizzati, ma pretende di pagare lo stesso prezzo del prodotto seriale realizzato in migliaia di pezzi.
Quanto pesano gli acquisti della PA in termini di fatturato e quante aziende coinvolgono in Italia?
La Pubblica Amministrazione rappresenta l’acquirente principale in Italia; CONSIP indice con frequenza biennale gare che arrivano a 40 o 50 milioni di euro.
Finora però solo poche aziende hanno partecipato perché il livello qualitativo del prodotto e il prezzo suggerito erano talmente bassi da non risultare interessanti per la maggior parte delle aziende.
Le cose però sono cambiate e stanno cambiando; grazie alla spinta della Commissione Tecnica dell’ Associazione che da anni dialoga con Consip, il livello qualitativo di riferimento si è alzato e conseguentemente anche i prezzi.
Il colloquio tra Assufficio e Consip è divenuto continuo e costante e, insieme, a dicembre si è convenuto di trovare soluzioni adeguate per evitare, come è accaduto in passato, che le gare andassero deserte a causa della complessità e della difficoltà di rispondere a tutte le normative indicate.
Come primo passo si rende indispensabile redigere capitolati ai quali le aziende associate possano rispondere. Questo è il nostro compito per permettere al maggior numero di aziende associate di partecipare, ma porta vantaggi anche all’ente appaltante perché la maggiore offerta si traduce inevitabilmente in prezzi più competitivi.
Ho potuto verificare la massima apertura e disponibilità da parte di Consip e anche del Ministero dell’Ambiente, come ha anche dimostrato la partecipazione del dr Sergio Saporetti (Direzione Clima e Certificazione Ambientale) al seminario “I CAM cambiano le regole?” che Assufficio ha organizzato sul tema dell’applicazione dei CAM (Criteri Minimi Ambientali) per gli acquisti della PA:
Il prossimo Salone Ufficio 2019 si avvicina…cosa si può anticipare?
Da qualche mese stiamo lavorando su questo tema, Assufficio ha creato al suo interno un’apposita commissione con l’intento di raccogliere visioni e idee da parte delle aziende associate.
Quello che posso anticipare è che abbiamo individuato alcuni filoni tematici che si fondano sui concetti di tecnologie e approccio antropologico al workplace e stiamo discutendo con le strutture preposte del Salone del Mobile per individuare il “regista” che potrà concretizzare questi concetti.
Intervista di Renata Sias