
Come evolvono il concetto di ergonomia e di benessere dei dipendenti in un ambiente orientato allo Smart Working? Ne abbiamo parlato durante la Jelly Session “Ergonomia, comfort e health promotion nello smart office” che si è svolta alla Piscina Cozzi all’interno dell’Isola WOW! Lavoro Agile 2016. Insieme ai partecipanti abbiamo cercato di tracciare una mappa mentale che racchiudesse le parole chiave per una nuova visione di ergonomia e di comfort per i luoghi dei nuovi Ways of Working.
Le analisi di case studies eccellenti hanno offerto diverse accezioni e punti di vista di comfort, ergonomia e benessere, non necessariamente legati al tema dell’interior design. Dall’elaborazione e discussione dei diversi approcci ed esperienze, è nato un documento che abbiamo definito insieme una sorta di Decalogo per un’ergonomia dei nuovi WOW! e dei luoghi di lavoro basati sulla fiducia, sul senso di “comunità” e sulla crescita collettiva costante.
1. Design Antropologico.
Il termine antropologico riferito al design di un ambiente di lavoro ha diversi significati: un design che viene pensato per e sulle esigenze dell’individuo e che ha effetti sul rapporto tra individuo e spazio, un design che dipende dalla cultura in cui viene inserito e che è usato per creare senso di appartenenza all’azienda e ai suoi valori nell’epoca della flessibilità. Un insieme di spunti complesso che in alcuni casi trasforma l’azienda tradizionale “padre-padrone” in una “azienda mamma”.
2. Ergonomia mentale.
L’ergonomia è prima di tutto uno stato mentale, che va oltre al design, alla qualità della seduta o alle scrivanie regolabili. La ricerca di una qualità lavorativa come sensazione personale di benessere è l’elemento principale che caratterizza lo smart working. L’attività di lavoro si delocalizza e si esce dal building: così ergonomia è anche lavorare sdraiati su un prato al parco, prescindendo dalla corretta posizione fisica, ma in un produttivo “benessere mentale”.
3. Nuovo Umanesimo.
Questo stato di benessere mentale vuol dire anche restituire la dignità del lavoro. Un concetto di persona attiva, pensante, gratificata e riconosciuta. Un nuovo umanesimo dell’ufficio vuol dire mettere al centro dei nuovi ways of working il lavoratore in quanto essere umano, secondo il paradigma felicità = maggiore produttività e maggior legame all’azienda e ai suoi valori.
4. Ergonomia dell’anima.
“L’ergonomia del corpo”, una scienza fatta di tabelle e di studi è oggi vista come un mezzo che ha come fine quella che si può definire una “ergonomia dell’anima”. Un concetto che unisce e va oltre l’ergonomia mentale e il nuovo umanesimo, che usa la nuova tecnologie e i nuovi ways of working per venire incontro alle esigenze della persona, riuscendo a plasmare su di esse le esigenze dell’azienda, superando la contrapposizione vita privata – vita lavorativa in una reale visione work-life balance.
5. Flessibilità del luogo di lavoro.
L’ambiente di lavoro deve essere flessibile nello spazio e verso le esigenze lavorative. Lo spazio deve garantire un diverso utilizzo in base alle necessità contingenti. La flessibilità comprende tutti gli attori e gli elementi dell’ambiente di lavoro, anche le partizioni verticali che restano la componente più “statica”. La parete mobile entra nel concetto di smart working come partizione intelligente che aiuta a migliorare la qualità acustica, ma è allo stesso tempo strumento interattivo che può diventare un grande schermo.
6. Human to Human.
Da B2B a H2H. Prendendo spunto da espressioni ormai in uso da anni nel vocabolario del mondo del lavoro come “Business to Business”, oggi possiamo definire il management delle risorse umane e il design dell’ambiente ufficio come “Human to Human”: in un momento in un cui le tecnologie ci allontanano dal posto di lavoro, l’azienda e il lavoratore si avvicinano in un altro modo.
7. Il nemico distrazione.
Integrare il concetto della distrazione nel progetto ed evitarla soprattutto attraverso i percorsi e l’attenzione all’acustica.
Quest’ultimo tema è fondamentale nelle nuove forme di spazi di lavoro e nuovi ways of working, uno dei fattori più impattanti sul benessere e sulla produttività di chi lavora all’interno dell’azienda. Assorbimento e isolamento del suono: dai sistemi di mascheramento del rumore per una migliore intelligibilità delle cuffie acustiche, ai pavimenti tessili, dalla necessità di una progettazione spaziale e materica diversa, all’utilizzo di pannelli performanti per correggere l’acustica; la possibilità di concentrarsi è un aspetto chiave del design dei nuovi ambienti di lavoro dinamici.
8. Ergonomia Visiva.
Il design dell’ufficio si fa bello, punta ad uno spazio esteticamente piacevole, dove il lavoratore trova uno spazio confortevole e in cui trova piacevole stare, e non più un ambiente severo e rigido dove è costretto per otto ore al giorno.
9. Fecondità.
La bellezza porta benessere e il benessere è oramai dimostrato essere un potente fattore di produttività. Una produttività che va intesa non solo in termini puramente economici, ma anche in termini di creatività, innovazione, e capacità di trovare nuove soluzioni. Un ufficio che diventa quindi uno spazio fertile e fecondo, fattore di crescita per l’individuo e per l’azienda.
10. Collisione tecnologica.
La tecnologia non deve essere un elemento accessorio calato nello spazio di lavoro successivamente alla sua realizzazione, ma un aspetto fondamentale che va considerato e integrato già al momento della progettazione. L’internet of thing diventa un elemento fondamentale nel design degli arredi e degli spazi, aumentandone la potenzialità e la flessibilità.
Testo di Gabriele Masi.
Ringraziamo tutti i partecipanti alla Jelly Session che hanno dato il proprio contributo per la stesura di questo Decalogo, tra i quali:
Daniele Andriolo (Plantronics)
Matteo Artusi (TotalTool)
Antonino Borgese (GPTW)
Renzo Caimi ( Caimi Brevetti)
Lella Castelli (Sedus)
Giulio Ceppi (TotalTool)
Cristiana Cutrona (Revalue)
Paolo Davoglio (Facility &Welfare manager)
Michele Dell’Orto (Linak)
Rossella Destefani (Deamicis Architetti)
Gianluca Geroli (SgS Architetti Associati)
Antonella Mantica (Progetto CMR)
Luca Pasqualotto (Copernico)
Marco Predari (Assufficio)
Federico Rivera (Digital Entity)
Renata Sias (WOW! Webmagazine)
Andrè Straja (GaS Studio)
Marco Vigo (DC10)
Silvano Zanuso (Technogym)
Antonio Zulianello (NEC)