Una nuova sensibilità omnicomprensiva genera espressioni figurative ibride che superano la tradizionale distinzione tra design e arte.
Prodotti di design in tiratura limitatissima presentati allo scorso Salone del Mobile di Milano e una Biennale d’Arte di Venezia che accoglie collezioni di oggetti e manufatti artigianali, ci fanno riflettere sull’interazione tra i diversi campi della creatività.
Non si tratta più solo di qualche caso sporadico, è una tendenza sempre più forte. Lo Spazio di Rossana Orlandi ha ospitato gli “elementi di arredo” di Mauro Mori, artista designer con la passione della manualità che da anni esplora i processi di lavorazione basati sull’ossidazione dei metalli e il lavoro degli olandesi Kiki van Eijk e Joost van Bleiswijk che da 12 anni operano sul confine tra arte, artigianato e design. Alla Galleria Antonia Jannone abbiamo visto i tavolini grezzi di legno realizzati dal designer Michele De Lucchi che in altre mostre ha proposto anche montagne, colonne e adorabili casette sempre scolpiti a mano come pezzi unici.
A che categoria vanno attribuite le giocose “opere d’arredo” dell’artista libanese Wyssem Nochi che spaziano tra sperimentazione ed esperienza, riflettendo sull’arte contemporanea, sugli archetipi del design e sull’utilizzo dei materiali? Opera sulla manipolazione del materiale anche il designer olandese Rutger de Regt che basandosi su un processo di sua invenzione e re-inventando tecniche e processi industriali per lo stampo delle plastiche, sperimenta e realizza nelle sue “performance” serie di arredi unici dalle forme organiche (una delle sue sedie ha ricevuto la nomination per il Thonet Mart Stam Prize).
Poi c’è il filone “ambiguo” degli arredi in edizione limitata, molto limitata, che rinnegano l’industrializzazione e la produzione di serie creando qualche imbarazzo nella classificazione.
Ci rassicura però che Massimiliano Gioni – il curatore dell’istituzione dell’Arte per eccellenza, la Biennale di Venezia– abbia esplicitato questa “cultura dell’iper-connettività contemporanea” e fatto emergere nel suo Palazzo Enciclopedico una visione di artista che non si accontenta di orizzonti limitati, ma “concepisce realtà globali, mosso da una sensibilità omnicomprensiva” (direi che vale anche per il designer). In un panorama piuttosto piatto, sono proprio le “espressioni figurative ibride” che riescono a evadere dai campi e dagli stilemi di arte o design, quelle che maggiormente riescono a risvegliare nell’osservatore-utente-fruitore sensazioni vive e inedite.
Testo di Renata Sias
Didascalie
1 Una delle opere uniche di Mauro Mori, opere uniche, prodotte a mano (struttura in legno, rivestimento in rame).
2 Co-evolution book di Kiki van Eijk e Joost van Bleiswijk, presentato in doppia veste editoriale: maschile e femminile.
3 Heavy Metal Collection di Joost van Bleiswijk.
4 Crystal Collection design di Kiki van Eijk per Saint-Louis.
5 Montagna in legno realizzata da Michele De Lucchi.
6 Lavori della collezione 79Au di Wyssem Nochi.
7 The happy Misfits Furniture è una serie creata da Rutger de Regt attraverso un processo ispirato dal bodybuilding (la manipolazione della massa).
8 Mobile in alluminio dipinto a mano con distributore di palline vintage, opera della pop artist milanese Livia Vaccaro.