“L’arte è uno strumento di strategia politica e gli artisti sono i più importanti ambasciatori di un Paese.” Lo sostiene con convinzione Edi Rama, già sindaco di Tirana e Ministro della Cultura, attuale Primo Ministro, durante l’inaugurazione del Padiglione Albania alla Biennale Architettura di Venezia.
All’opening del Padiglione Albania all’Arsenale, Edi Rama ha reso omaggio a due artisti a lui molto vicini: Edi Hila, suo maestro, testimone delle crudeltà del passato, e Adrian Paci, suo allievo, espressione di una nuova generazione di artisti internazionali. Se il progetto “Potential monuments of Unrealised Futures”, partendo da Venezia, si propone di rientrare in Albania per attivare un dibattito interno sul futuro dell’architettura, il messaggio di Edi Rama è così forte e autorevole da uscire dai confini territoriali: “La cultura è un forte strumento di cambiamento in un Paese, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Una strada in più può cambiare la vita di alcune persone, ma un progetto culturale cambia la vita di una comunità”. E la “purple revolution” (colore preferito e simbolico della politica di Edi Rama) in corso oltre l’Adriatico arriva in Italia come una farfalla portata dal vento. Anzi no. Portata direttamente dal Primo Ministro (che ne sfoggiava una di grandi dimensioni sul retro della sua camicia). Una dichiarazione di guerra contro il compromesso in tutte le sue manifestazioni. Un messaggio di speranza per l’arte e la creatività.
Testo di Silvia Fattore, inviato WOW!
La Repubblica dell’Albania partecipa alla 14a Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, con il Padiglione
Potential Monuments of Unrealised Futures dove vengono presentati i lavori di due artisti albanesi: la serie di quadri “Penthouse“ di Edi Hila, oltre al video e all’installazione “The Column“ di Adrian Paci.
Il Padiglione, a cura di Beyond Entropy Europe (Jonida Turani e Stefano Rabolli Pansera), è commissionato dal Ministero della Cultura della Repubblica dell’Albania ed è stato realizzato con il contributo del Ministero della Cultura, il Consiglio dei Ministri dell’Albania e il generoso supporto degli artisti in mostra, delle loro gallerie e di collezionisti e fondazioni private.
L’opera “The Column” di Adrian Paci si articola in due elementi: la proiezione del video e la colonna che giace orizzontale all’esterno dello spazio espositivo. Il video mostra la trasformazione di un blocco di marmo in una colonna corinzia a bordo di una nave-officina nell’oceano. La colonna, un elemento architettonico universale, emerge attraverso il lavoro di un gruppo di operai i quali, coperti dalla polvere, diventano un’estensione della scultura. Una volta completata, la colonna, avulsa dal contesto architettonico, non viene eretta ma rimane orizzontale, in uno stato di in-potenza, di perenne tensione e potenzialità.
Con la serie “Penthouse”, Edi Hila inventa una forma di appropriazione dello spazio, focalizzando il proprio sguardo sulle architetture incompiute diffuse nel contesto peri-urbano. Le architetture domestiche sparse nel paesaggio vengono innalzate su plinti e diventano architetture immaginarie cariche di elementi monumentali, come archi, frontoni e lesene.