
Torna l’appuntamento con l’architettura e il design sul grande schermo. Dal 15 al 18 ottobre all’Anteo spazioCinema si terrà Milano Design Film Festival, con il patrocinio e il supporto del Comune di Milano: 90 film in programma tra attualità e sperimentazione, trasformazioni delle città e del territorio ma anche moda. Ad aprire la rassegna è l’omaggio a Eileen Gray, sovversiva architetto e designer protagonista del ‘900. Alla première italiana di The price of desire (Irlanda, 2014) di Mary McGuckian del 15 e 16 ottobre è prevista la presenza della regista.
Qui il programma completo.
Una scelta molto “al femminile” confermata dalle affermazioni di Antonella Dedini e Silvia Robertazzi curatrici del festival con Porzia Bergamasco. “La scelta di aprire con The price of desire risponde a un duplice motivo. Innanzitutto per la sua attualità: la fine dei lavori di ristrutturazione della villa E1027 a Cap Martin Roquebrune in Costa Azzurra, che l’ha finalmente restituita al pubblico, ha coinciso con la realizzazione del film. Ma, anche perché Mary McGuckian ha saputo mettere in luce con una cura estetica tanto filologica quanto atemporale la difficoltà tutta femminile di confrontarsi con un mondo prevalentemente maschile spesso ostile e distante. Una storia secondo noi molto attuale.”
Il film documenta l’iter progettuale della villa E1027 della talentuosa Gray e svela anche i retroscena e le dinamiche dei complessi rapporti con i vicini Jean Badovici, Le Corbusier e Charlotte Perriand. Attraverso la ricostruzione della regista si viene in contatto con la sua vita più privata e meno nota: il rapporto con la sua memoria, la sua fragilità, la propria femminilità e la malattia, che la porterà alla completa cecità. Ad approfondire la complessa figura della Gray, in programma anche il documentario Gray matters (Italia/Stati Uniti, 2014) di Marco Orsini, che ne ripercorre tutte le tappe della vita professionale. A sostegno della serata inaugurale Irlanda Expo Milano 2015 porta il proprio contributo e presenza.
La contemporaneità attraversa tutta la programmazione di MDFF 2015. Di grande attualità sono anche Andermatt: Global Village (Svizzera, 2015) di Leonidas Bieri, Double Happiness (Austria/Cina, 2015) di Ella Raidel e Estate, a Reverie (Regno Unito, 2015) di Andrea Luka Zimmerman: tre mondi a confronto – Svizzera, Cina e Regno Unito – rivelano sogni, disincanti, illusioni e cancellazioni della memoria dei singoli e delle collettività.
L’attenzione all’uso del video come nuovo media culturale – intorno alla quale il festival dedica una Tavola rotonda la mattina di venerdì 16 dal titolo I nuovi linguaggi della comunicazione (3 crediti formativi per i giornalisti iscritti all’Albo) attraversa il programma con diversi esempi: dal precursore del time–lapse Organism (Stati Uniti, 1975) di Hilary Harris, al viaggio di ispirazione dadaista sulla progettualità di Adolf Loos The man with modern nerves (Austria/Lussumburgo, 1988) di Bady Minck e Stefan Stratil del 1988 fino al racconto epico restituito con un magistrale uso della macchina da presa tra realtà e immaginario di Le Saphir de St. Louis (Spagna/Francia, 2015) di José Luis Guerin.
Oltre agli omaggi alle indelebili figure del passato ( tra queste Gio Ponti, Le Corbusier, Carlo Mollino, Alvar Aalto) non mancano le produzioni cinematografiche più recenti che trattano temi quali gli sviluppi urbanistici in atto in Cina e le nuove colonizzazioni edilizie, i nuovi modi di vivere sostenibile e gli sconfinamenti della progettualità.
Anche quest’anno si riconferma la collaborazione con l’Accademia di Architettura di Mendrisio, Università della Svizzera italiana, con l’incontro organizzato da Marco Müller e Marco della Torre.
Altro progetto di respiro internazionale è Cycling Cities Tour ideato da Jord den Hollander: sei città internazionali a confronto raccontate attraverso un percorso in bicicletta. L’installazione della proiezione simultanea dei sei video realizzati finora sarà ospitata nello SpazioDomus.