
“Dammi una formula!” È questa una richiesta ricorrente che viene rivolta a coloro che si occupano di workplace. Pur non essendoci una soluzione unica adatta a tutti, abbiamo cercato di trovarne una da esporre durante il seminario “Rethinking the future of the workplace” organizzato dall’Università portoghese IADE, dove siamo stati invitati per condividere nuove visioni. Il risultato è stato E=mc^4, un framework che mette insieme l’energia, il movimento e i diversi aspetti della comunicazione e collaborazione che caratterizzano il design dell’infrastruttura dei nuovi ways of working. Guardando al mondo del lavoro ibrido che ha attraversato la pandemia ci si accorge subito di come il design dei ways of working non si deve solo limitare allo spazio ufficio. Dal design di un luogo occorre andare verso il design dell’infrastruttura.
L’ufficio è solo uno dei nodi di una rete che include le nostre case, i co-working e tutti i “non-luoghi” dove lavoriamo, cioè quegli spazi che non sono stati progettati per lavorare.
E poi c’è il virtuale, come direbbe qualcuno il futuro “metaverso”. Il virtuale come lo abbiamo sperimentato appare come una forma di comunicazione asincrona e ubiqua, dove lo scambio di dati tra persone, oggetti e ambienti costituisce uno nuovo sfondo per l’azione.
Come muoversi all’interno di questi cambiamenti? Prendendo spunto dalla famosa formula di Einstein, E=mc^4 più che una legge matematica, vuole essere una mappa delle dimensioni che costituiscono il cuore pulsante dei nuovi ways of working.
E= Energia ed Engagement.
Cosa dà energia alle persone? Un sistema funziona solo se ha energia, e l’energia è data dalle persone e da quanto queste riescono a mantenersi ingaggiate ai valori della cultura aziendale e all’appartenenza ad essi. Una infrastruttura di lavoro che funziona è capace di mantenere alta l’energia e l’engagement anche lontano dal workplace.
M= movimento.
Cosa e come si muove? Un nuovo tipo di movimento caratterizzerà sempre di più il mondo del lavoro futuro. È un movimento maggiormente legato alle scelte inviduali, con una forte componente centrifuga, ma in grado di generare nuove idee, connessioni e attrarre diverse competenze e persone.
C= comunicazione/collaborazione.
Su cosa basare una comunicazione e una cooperazione efficace? La capacità di comunicare e collaborare a diverse distanze e in diverse forme sarà sempre più fondamentale. Dalla flessibilità dello spazio ufficio, si passa alla flessibilità dell’infrastruttura, che deve essere in grado di reggere e favorire anche nuove tipologie di comunicazione e collaborazione che avvengono non solo in spazi diversi, ma anche in tempi diversi.
Ci sono soprattutto 4 assi da considerare riguardo alla comunicazione/collaborazione:
1. Reale/Virtuale
2. Remoto/Ufficio
3. Tra team diversi
4. Diversity (cross-culturale, cross-generazionale,…)
Infine, nei tempi in cui l’ufficio diventa un hub da dove le persone si ritrovano per poi prendere diverse direzioni, l’employment journey si muove lungo una infrastruttura.
Il mondo virtuale non solo diventa lo strumento che permette un nuovo modo di lavorare, ma fornisce anche un modello di design: concetti del design digitale (come ad esempio user-friendly, user-experience, networking, responsive) possono essere “buoni da pensare” per gli architetti e i designer che si trovano alle prese con nuove dinamiche, domande ed esigenze.
Testo di Gabriele Masi