
Come sarebbe il mondo se ogni bambino, ogni professionista, ogni scuola, ogni azienda, ogni ospedale, ogni governo potesse avere accesso a giuste informazioni e solidi strumenti per costruire la propria felicità?
Inizia con questo interrogativo il primo articolo di una serie dedicata alla Felicità nel Workplace scritti per WOW! Webmagazine da Daniela Di Ciaccio, co-fondatrice insieme a Veruscka Gennari di 2BHappy Agency; insieme autrici del libro “La Scienza delle Organizzazioni Positive”.
Quando abbiamo cominciato a divulgare la Scienza della Felicità in Italia, 4 anni fa, raccontando la visione della nostra azienda di “felicità prima di tutto e per tutti”, la maggior parte dei nostri interlocutori ci guardava con un sorriso sarcastico o una nota malinconica perché per molti di noi, la felicità è un’utopia.
Siamo infatti abituati a pensare alla felicità come ad un’emozione, molto forte ma di breve durata, legata a momenti particolari oppure come ad un premio da raggiungere, qualcosa che viene sempre dopo la realizzazione di qualcos’altro.
Diciamo, infatti, sarò felice quando.. mi sarò laureata, sposata, quando avrò trovato un lavoro o comprato una bella casa, quando vincerò la lotteria, andrò in vacanza o in pensione.. praticamente “mai ‘na gioia!!” ☺
Questi sono tutti pensieri legittimi, ma sono proprio questo tipo di pensieri a determinare la nostra capacità di avvicinarci o allontanarci dalla felicità, a coltivarla nella sua essenza più autentica.
Cos’è, dunque, la Felicità?
Difficile rispondere in maniera veloce e non semplicistica ad uno degli argomenti più discussi della storia dell’uomo.
Di recente però anche la Scienza è entrata nel dibattito e ha iniziato a sostanziarlo con una vasta produzione di esperimenti, ricerche e studi. Esiste, infatti, una Scienza della Felicità, termine con cui si stanno aggregando le ricerche, le evidenze e i nuovi paradigmi che nell’ambito di diverse discipline e scienze consolidate (come la Psicologia, la Neuroscienza, la Biologia Molecolare, l’Economia, la Fisica Quantistica, la Medicina integrata, la Sociologia..) stanno dimostrando che la felicità non è solo un’emozione ma una competenza e, come tale, possiamo coltivarla, a beneficio dei singoli e dell’intero sistema sociale.
Grazie alla scienza e alle ricerche sul campo, oggi sappiamo che a dispetto dell’infinita ricchezza delle forme attraverso cui si manifesta l’esperienza individuale, tutti gli esseri umani “funzionano” allo stesso modo, come dire, condividiamo uno stesso “libretto delle istruzioni” e possiamo sintetizzare in 2 grandi principi le scoperte della Scienza della Felicità che tutti dovrebbero conoscere per poter esprimere il proprio potenziale, vivere una vita piena e soddisfacente, fiorire a livello individuale e come sistemi.
- La positività è un vantaggio.
La neuroscienza ha dimostrato che il nostro organismo in uno stato “positivo”, ovvero se è in grado di formulare pensieri ed emozioni piacevoli, funziona significativamente meglio che in uno stato neutrale o negativo. Questo per effetto di una determinata chimica (ovvero ormoni, quali la dopamina, la serotonina, l’ossitocina, le endorfine) che il nostro organismo produce quando proviamo gioia, fiducia, ci sentiamo rispettati e valorizzati, collaboriamo o siamo gentili.. in grado di aumentare il nostro massimo rendimento in termini di salute, creatività, intelligenza e saggezza. Le ricerche hanno confermato, ad esempio, che se il cuore invia al cervello sensazioni piacevoli, il cervello aumenta la sua capacità di immagazzinare informazioni e la nostra memoria migliora.
2. Siamo cablati per il Noi.
“La creazione di mille foreste è racchiusa in una ghianda.” – Ralph Waldo Emerson. Il nostro cervello ha una natura sociale, praticamente siamo fatti per stare insieme. La scoperta italiana dei neuroni specchio lo dimostra.
Abbiamo un vero e proprio sistema wi-fi che ci connette agli altri e ci consente di sentire e provare le loro stesse emozioni, semplicemente stando vicini oppure osservandone il comportamento. Hai presente quando un ragno cammina sul braccio della persona con cui stai parlando e a te si drizzano tutti i peli del corpo?
Oggi sappiamo che la vicinanza e il contatto fisico tra due persone influenzano l’attività elettrica cerebrale di entrambi. Le connessioni sociali rafforzano il nostro sistema cardiovascolare, neuroendocrino, immunitario, per questo stiamo bene e lavoriamo meglio quando siamo con persone positive.
Si è visto, per esempio, che uomini e donne con pochi legami sociali sono dalle due alle tre volte più soggetti a depressione grave. La necessità di far parte di un gruppo e stringere legami sociali è dunque scritta nella nostra biologia.
Ci siamo evoluti grazie a questo, si chiama Capitale Sociale.
Nonostante la società ci abbia insegnato che “la vita è una giungla” ed è meglio essere i primi, i migliori e a distinguerci dagli altri, la scienza conferma che non sopravvive la specie che si adatta di più ma quella che sa cooperare meglio e che se siamo passati dall’essere cibo per animali a dominatori dell’universo è perché abbiamo saputo formare gruppi e collaborare.
Soprattutto, oggi sappiamo che se ognuno di noi diventa un “nodo positivo” nell’ambiente di lavoro, a scuola o all’interno della comunità, aiutando chi ci circonda a migliorare la propria creatività e produttività, le proprie abilità e performance, non solo stiamo aiutando il gruppo a rafforzarsi e crescere, stiamo anche facendo aumentare in modo esponenziale il nostro stesso potenziale di successo (Fonte: Achor S. (2018), Big Potential, Raggiungere Risultati, Felicità e Benessere Aiutando gli Altri a Esprimere il Proprio Potenziale, Scuola di Palo Alto.).
Da dove partire quindi per allenare la felicità?
Ognuno di noi ha l’opportunità di costituirsi il proprio mix di attività ed esperienze di felicità: il principio è mettere in circolo endorfine, ossitocina, dopamina, serotonina e ciascuno può farlo esprimendosi nei propri talenti e coltivando le proprie passioni (lo sport, le attività di socializzazione, l’arte, la musica, la danza, la contemplazione ecc.).
La scienza e le ricerche dal canto loro hanno evidenziato come alcune esperienze e attività siano acceleratori di questo processo di ri-cablaggio della nostra rete neurale in termini di positivi.
Tra queste: le pratiche di respirazione consapevole, meditative o l’attività fisica; la positività e le attività che amplificano bellezza e piacere; la gratitudine e la gentilezza; il volontariato, le attività sociali e l’impegno in progetti con un senso di scopo ampio (di tipo umanitario o ambientale, solo per fare alcuni esempi).
La felicità è possibile, un diritto di tutti ma dipende davvero solo da noi.
“Agisci come se le tue azioni facessero la differenza. La fanno”. William James
Testo di Daniela Di Ciaccio, co-fondatrice di 2BHappy Agency.