Quest’anno colpisce un po’ l’uniformità dei prodotti, tanti divani con le “orecchie”, “office pod” di tanti, troppi tipi, apparentemente simili; anche se la tecnologia ce li fa dividere in categorie precise di prestazioni (spostabili, con ricambi d’aria, quanto fonoassorbenti, quanto fonoisolanti..), a prima vista l’elemento discriminante diventa solo la forma.
Cubi rigidi con tagli vetrati o forme arrotondate più facili, o anche tutti vetrati con angoli fortemente smussati, anche con uso di colori accattivanti, tutti conditi con il nero.
Nero prepotente e “segnante”, è ovunque: bordi, zampette, strutture metalliche altissime, con quadrelli minimali, assolutamente neri che formano griglie che scandiscono gli spazi e inglobano colore e legno.
Il più bel nero in assoluto, è la nuova finitura morbida della struttura della storica Aluminium Chair che ci spiazza: siamo abituati a leggere la ricchezza del prodotto attraverso il cromo lucido, che ha segnato per decenni le meeting di alta direzione in tutto il mondo, ora è trasformato in un elegantissimo nero.
“Chi di verde si veste di sua beltà si sveste” ma anche “chi di verde si ammanta di sua beltà si vanta” ….. bisogna giudicare dai risultati !
Il verde viene rivisitato in tonalità classiche (che hanno perso il giocoso contenuto giallo del colore green) ,qui invece più usato come memoria degli anni settanta assieme al rosa salmone.
Molte ambientazioni sono giocate con nicchie colorate e inserimenti di colori forti e tappezzeria, riprendendo carte da parati storiche, che abbiamo negli occhi. Il tappezziere l’ha montata a rovescio, ma gli vogliamo bene ugualmente.
Il colore entra nelle collezioni declinato con tante sfumature e preordinato per creare mood differenti, dalle palette di Sedus, ai nuovi colori dei classici Vitra: da Jean Prouvé a Edward Barber e Jay Osgerby, a Maarten Van Severen rivisitati colorandoli e proponendo la finitura nera come unificante.
Le forme morbide invadono tutti i padiglioni: gli spigoli arrotondati dei tavoli, i bordi degli elementi free standing (sempre più presenti), le poltroncine per il nuovo modo di lavorare (sociale, collaborativo, quasi home).
Forme organiche ed accoglienti per gli informal meeting e le poltroncine e i divani per telefonate solitarie.
Tende, tessuti, morbidezza anche negli spazi che si creano semplicemente tirando un tessuto (non qualunque ma speciale: acustico, ignifugo, trasparente, oscurante…..).
Non una novità, ma efficace: l’avevano già fatto Mies Van Der Rohe& Lilly Reich, nel 1927 nel progetto Café Samt und Sied.
Incroci tra forma e colore per Normann Copenhagen dove gli azzurri pastello (che ci hanno invaso gli anni scorsi arrivando dal Nord Europa), sono finalmente sostituiti in una declinazione di blu, cobalto e grigio azzurro caldo etc, sempre dentro forme accattivanti.
Scenografie forti e monocolore caratterizzano molte ambientazioni; usciamo un po’ confusi, abbiamo appena imparato che il colore di tendenza del prossimo anno Akzo Nobel è Spiced Honey, un marroncino caldo, a Orgatec c’è ben altro… ma ci fa molto piacere.
Testo di Tatiana Milone