
Sarà una “Biennale di Ricerca” attenta al passato e all’identità nazionale quella diretta da Rem Koolhaas che si inaugurerà il 7 giugno a Venezia e per 6 mesi (anziché i consueti 3) darà vita agli spazi dell’Arsenale, dei Giardini e tanti altri luoghi della città coinvolgendo 65 nazioni (11 più dell’edizione scorsa).
La 14a Mostra Internazionale di Architettura intitolata Fundamentals è il frutto di quasi due anni di ”approfondita Ricerca” del curatore –il Priktzer Rem Koolhaas- una biennale “dell’Architettura e non degli Architetti” una biennale Concreta e basata su “ricerca e manufatti” che torna a definire la netta separazione dall’Arte, che ha come obiettivo analizzare e recuperare la storia della modernità degli ultimi 100 anni. Una mostra non per addetti ai lavori ma accessibile a un pubblico vasto, ha spiegato Paolo Baratta, presidente della Biennale, nella conferenza stampa.
Estranea alla discussione attuale sull’Architettura, e alla convergenza con l’Arte, questa Biennale sarà una sorta di storia universale dell’architettura dell’ultimo secolo, con forte attenzione all’identità nazionale e addirittura a quella regionale, nel caso del “palco” MondItalia, la struttura all’Arsenale che vuole offrire una narrazione unitaria sul tema Italia coinvolgendo gli altri settori della Biennale ( cinema, arte, danza, teatro, musica) per rappresentare i modi in cui può essere immaginata l’architettura.
Rem Koolhaas, per la prima volta ha “imposto” un tema -accolto con entusiasmo, ci dicono- anche a tutti i curatori dei padiglioni nazionali affinchè fossero parte integrante del complesso e articolato lavoro di ricerca che è il focus della mostra. Il curatore dà alcuni esempi di come i diversi padiglioni nazionali svilupperanno il concetto di Absorbing Modernity, per evidenziare come le turbolenze politiche e storiche abbiano influito anche sull’architettura.
Koolhaas spiega che sarà una Biennale che “guarda al Passato (senza dubbio! ndr), al Presente e al Futuro (su questo sguardo non ci sono però informazioni. ndr).
Il Padiglione Centrale ospiterà Elements of Architecture, una sorta di campionario degli elementi base dell’architettura (porte, balconi, finestre, pavimenti, soffitti, ecc) esaminati singolarmente anziché nel loro contesto e, anche in questo caso con un’analisi attenta al passato e al percorso evolutivo di ogni elemento per documentare i cambiamenti radicali avvenuti senza che ce ne accorgessimo e che tenta di spiegare come e perchè, per esempio, una porta con i suoi caratteri tradizionali è diventata una vetrata scorrevole senza identità o il balcone con tutti i suoi valori simbolici è praticamente inesistente nell’architettura contemporanea.
Confidiamo nella competenza e nello spessore culturale dei curatori, anche se le premesse ci fanno temere un quadro fin troppo retrospettivo. É comprensibile il desiderio di una visione al di sopra le parti e affrancato dalle discussioni e polemiche in corso… però il rischio è quello di una Biennale antiquata, di un tuffo nel passato, di uno sguardo pignolo e terribilmente noioso.
…per ora nessun pregiudizio, aspettiamo giugno per esprimere le nostre opinioni.
So che le “radici sono importanti” (come dice la vecchia Santa della Grande Bellezza di Sorrentino, ma confesso la mia simpatia per quei movimenti -dada, futurismo- che hanno avuto il coraggio di osare un taglio netto delle radici, di costruire senza pretendere di mantenere scrupolosamente e indissolubilmente legami con il Passato. Altrimenti le radici rischiano di diventare zavorre.
Renata Sias, direttore di WOW! Webmagazine