
Il Cotonificio Benigno Crespi è un perfetto esempio di workplace innovativo e cultura illuminata del lavoro. Fondato nel 1878 e inserito nel 1995, nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è un complesso di fabbrica e villaggio operaio tra i meglio conservati. Oggi questo gioiello di archeologia industriale riprende vita grazie all’acquisizione della Percassi che lo trasformerà in un headquarters high-tech mantenendo inalterate le caratteristiche architettoniche.
L’arch Mauro Piantelli racconta il progetto che restituirà a Crespi d’Adda il suo ruolo di ambiente di lavoro innovativo.
I primi segnali di vitalità sono nell’aria proprio in questi giorni. Dopo un abbandono di 13 anni, il villaggio operaio industriale voluto da Cristoforo Benigno Crespi torna alla sua vocazione originaria di work-life balance ante litteram, di luogo di connessione tra vita e lavoro.
Fino al 16 ottobre infatti l’Associazione Crespi d’Adda, dal 1991 impegnata nelle attività di ricerca, valorizzazione e promozione del sito, in collaborazione con il Festival di divulgazione scientifica Bergamo Scienza 2016 organizza visite e laboratori didattici dedicati alla memoria di questo luogo affascinante e alle condizioni di vita nella fabbrica dell’800.
Giorgio Ravasio, presidente della Associazione Crespi d’Adda e appassionato promotore del suo luogo natale, spiega “riteniamo assolutamente necessario che la nostra epoca, basata sulla tecnologia ‘siliconica’ debba, ogni tanto, ripensare alle sue origini per ritrovare le radici che la sorreggono”.
L’iniziativa è resa possibile grazie all’ospitalità della società Percassi che nel 2013, per volere di Antonio Percassi -altro illuminato imprenditore bergamasco- acquisisce attraverso la holding Odissea l’intero complesso immobiliare (90.000 mq più un bosco di 36.000 mq) con un grande progetto: farne la sede delle proprie aziende, affiancata da centri di ricerca, per l’innovazione e l’arte, con museo e zone espositive accessibili al pubblico, aperti anche ad altri partner.
L’acquisizione e i lavori sono autorizzati dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e culturali, e il polo culturale sarà gestito da “The Antonio Percassi Family Foundation”.
Il presidente Antonio Percassi dichiara “E’ un onore poter trasferire qui le sedi di tutte le nostre società, cercando al contempo di rilanciare questo sito, che merita un nuovo sviluppo, anche attraverso la promozione di attività culturali”.
In occasione di Bergamo Scienza, l’ex portineria dello stabilimento è il primo edificio a tornare in attività: i suoi spazi diventano lo studio di De8 architetti che sta seguendo il progetto, la sede di incontri e l’esposizione dei modelli che illustrano le prossime evoluzioni architettoniche e funzionali del sito.
Crespi d’ Adda: cenni storici e impianto urbanistico.
Giorgio Ravasio, ci guida in un coinvolgente tour in questo luogo senza tempo partendo dal 1878, quando Cristoforo Benigno Crespi fonda il Cotonificio, probabilmente senza la consapevolezza di creare la prima filiera concreta della tessitura e il primo esempio di fabbrica “globale”, acquistando filati dall’Egitto e dagli Stati Uniti. E insieme ai telai, Crespi importa dall’Inghilterra anche un modello di organizzazione sociale.
Il villaggio è l’estensione e lo specchio della fabbrica, il modello produttivo si riflette nel pattern del villaggio e l’impianto di questa città di fondazione è bel visibile dall’alto.
Come un’isola abbracciata da due fiumi – l’Adda e il Brembo- la città si estende lungo il cardo (che separa il lavoro dal tempo libero) e il decumano (che simbolicamente collega la fabbrica a una piazza ideale, ma assente) per offrire ai dipendenti -fino a 4000 nel momento di massima espansione- tutto ciò di cui hanno bisogno dalla vita alla morte: anche le tombe del cimitero erano offerte dalla fabbrica.
Un’istituzione totale formata da fabbrica e abitazioni, ma anche da strutture sociali e luoghi pubblici: il dopolavoro, la scuola, il teatro, la chiesa, l’albergo, l’ospedale, i bagni pubblici, la piscina, il cimitero il lavatoio, gli orti, la cascina, il gasometro.
Il padrone illuminato non si occupa solo della produzione, ma anche della vita dei suoi dipendenti. Un esempio di paternalismo industriale che genera un patto sociale anche al fine di evitare i conflitti sociali.
L’organizzazione spaziale del panopticon è enfatizzata dal “castello” con la sua torre dove abitano i Crespi e dalle due ville disposte sulla parte alta della collina che dominano l’intero villaggio: sono le abitazioni del prete e del medico che vigilano sulla salute dell’anima e del corpo.
La vita di questo utopico microcosmo ebbe termine con la crisi del 1929, ma proseguì con alterne vicende fino alla chiusura definitiva del 2003.
Headquarters Percassi: il futuro di Crespi d’Adda.
Altrettanto coinvolgente è il racconto di Mauro Piantelli di De8 architetti, responsabile del progetto di rigenerazione, sviluppato con Tobia Scarpa, che trasformerà l’ex-cotonificio in immobili a destinazione polifunzionale: sede Percassi, uffici per multinazionali e campus per l’innovazione e l’arte.
L’architetto ci guida all’interno degli enormi affascinanti edifici illustrandoci come saranno trasformati nella loro destinazione d’uso rispettando scrupolosamente l’architettura e le caratteristiche originali.
L’edificio a sinistra dell’ingresso principale è del 1898, tra i primi realizzati nell’impianto originario, ampliato poi nel 1919, all’esterno presenta elementi decorativi in mattoni, l’interno ha un marcato sviluppo longitudinale nella direzione nord-sud ed è suddiviso in 20 campate -uno spazio di 300 x 40 m, per un totale di 12.000 mq- diventerà l’headquarters Percassi e ospiterà 600 persone.
L’architettura conserverà la copertura a shed, la struttura portante in pilastri in ghisa e le capriate a vista; il layout interno sarà mantenuto open space e articolato in varie aree operative, di supporto e lounge con piccoli boschi interni che avranno funzione di orientamento oltre che decorativa.
Sarà un intervento a basso impatto ambientale; sarà utilizzata l’acqua dell’Adda per lo scambio termico e gli impianti passeranno all’interno dei percorsi sotterranei esistenti che collegano tutti gli edifici.
La sede Percassi occuperà anche l’adiacente edificio su 3 piani, caratterizzato da un vasto atrio centrale che fornisce luce naturale anche ai piani inferiori e da una copertura a botte che sarà conservata sotto la nuova copertura a falde.
Saranno invece occupati da altri tenant che condividono la filosofia di Percassi, l’edificio denominato “la cattedrale”, enorme open space a tre navate con copertura a botte originariamente dedicato alla tintura dei tessuti e un altri edifici a un solo piano con struttura in pilastri.
Diventerà invece uno spazio espositivo aperto al pubblico la centrale termica progettata nel 1963 dall’architetto Alziro Bergonzo, lo spazio interno sarà articolato su più piani e scalinate a vista con un’area centrale a doppio volume inondato da luce zenitale.
Lo sviluppo di questo articolato, complesso e costoso intervento richiederà diversi anni, ma il processo già in atto sta già restituendo a Crespi d’Adda l’orgoglio originario e la dimensione unica di luogo che abbatte la separazione tra lavoro e tempo libero.