
Quali sono i trend chiave del mondo del lavoro? Sodexo ne ha individuati 10 attraverso un’indagine condotta assieme agli esperti di diverse università americane. Il Global Workplace Trends Report 2017 nasce per fornire un utile strumento di navigazione ai datori di lavoro in un contesto di continua evoluzione, verso un ambiente lavorativo dove la maggior qualità della vita si traduca in maggiore produttività e benessere sociale.
Non è sempre facile orientarsi in un mondo del lavoro che sta cambiando rapidamente, intercettando le evoluzioni più efficaci e applicandole nel miglior modo possibile. Sodexo, nel suo ruolo di osservatore privilegiato, ha condotto un’indagine insieme ad esperti di della Columbia University, University of Granada, Harvard Center for Work e United Nations Foundation. Tra i 10 trend individuati che di seguito sintetizziamo, spicca l’importanza dell’ambiente di lavoro, del rapporto intergenerazionale, della sostenibilità, delle nuove tecnologie oltre alle imprescindibili flessibilità e agilità.
1. Ridefinire l’esperienza sul luogo di lavoro
Tra le nuove modalità per affrontare le mutevoli esigenze dei lavoratori, il design thinking è diventato un imperativo strategico per le organizzazioni che vogliono mettere l’esperienza del personale al primo posto (79% dei dirigenti intervistati) valuta il design thinking come un elemento importante o molto importante. Tutti gli elementi presenti sul luogo di lavoro sono in continua trasformazione: l’ambiente fisico, le tecnologie, i servizi e persino gli ambienti di lavoro virtuali.
2. Crescita dei luoghi di lavoro trasversali.
Interazione è già una delle parole chiave del workplace contemporaneo volto a stimolare l’innovazione. Per i datori di lavoro non è sufficiente creare le condizioni per un’interazione casuale e sperare che l’innovazione si verifichi spontaneamente. Devono promuovere mentalità e competenze che rendono proficua l’impollinazione incrociata, come la curiosità verso idee nuove provenienti da altre persone, la capacità di ascolto per coglierle dall’esterno, il pensiero laterale per dilettarsi con queste idee e la convinzione che chiunque possa essere vettore di innovazione.
3. Un’organizzazione agile.
L’agilità è un presupposto fondamentale per l’innovazione e la creatività. In un recente studio Accenture, su 277 aziende, quelle con il più alto livello sia di stabilità dei fondamenti strutturali sia di velocità, avevano il 436% di probabilità in più di raggiungere performance finanziarie molto sopra la media, rispetto a quelle cui entrambe queste caratteristiche mancano.
4. Apprendimento intergenerazionale.
Entro il 2030 è previsto un aumento della percentuale di persone con un’età superiore ai 60 anni, fino al 16,5% . Se oggi le regole dell’apprendimento sul lavoro sfidano la credenza per cui le persone più anziane insegnano e quelle più giovani imparano, segnando la fine del mentoring top-down, nel futuro ci si focalizzerà maggiormente su un apprendimento intergenerazionale, che garantirà una maggiore produttività e competitività.
5. Sbloccare il potenziale talento dei millennials.
I millennials rappresenteranno la più larga fetta del mercato del lavoro: si stima che entro il 2025 costituiranno il 75% della forza lavoro mondiale. Quando nel 2014 i millennials e la Generazione Z sono stati intervistati in 10 mercati globali, entrambe le generazioni hanno scelto la copertura sanitaria quale benefit più importante, mentre nel 2016 l’item più indicato è stato la flessibilità sul lavoro. Le grandi imprese sono chiamate ad offrire ai millennials la stessa libertà, flessibilità e mobilità che questi ambiscono dalle start up, cercando di stimolare l’intraprendenza (positivo per l’azienda) e un maggiore senso di libertà (positivo per il collaboratore).
6. Benessere 3.0.
In un mondo dove i confini tra vita privata e lavoro stanno diventando sempre più labili, i lavoratori di oggi sono alla ricerca di una nuova proposta di valore per il dipendente che preveda una maggiore attenzione verso gli aspetti di salute e benessere. Nel futuro le organizzazioni compiranno un passo ulteriore sforzandosi di rendere i luoghi di lavoro delle “destinazioni” sane per i propri dipendenti, sviluppando programmi olistici, personalizzati e focalizzati sul lavoratore.
7. Personal Branding.
I messaggi sul brand sono condivisi 24 volte più spesso se a diffonderli sono i lavoratori piuttosto che l’azienda. Cavalcando l’importanza sempre crescente dei social network, brand personale e brand aziendale, prima completamente separati, tenendo conto del valore degli influenzatori presenti nella loro forza lavoro.
8. Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Lo sviluppo sostenibile e l’integrazione tra bilancio sostenibile e bilancio finanziario diventano responsabilità di ogni impresa, socialmente responsabile per la salvaguardia del pianeta. Inoltre una nuova cultura basata sulla soddisfazione e la collaborazione sul luogo di lavoro porrà le basi per un domani meno individualista.
9. Lavoratori senza confini.
Il compito delle aziende è quello di modellare un mercato lavoro qualificato, occupato ed impegnato, attraverso l’inclusione di lavoratori da tutto il mondo. Le aziende che compiono sforzi effettivi per promuovere un senso di appartenenza e una cultura di inclusione fra i propri dipendenti, includendo anche i migranti, saranno meglio preparate per colmare la carenza di talenti e agevolare la facilità di spostamento tra diversi paesi e luoghi.
10. Nuove generazioni della robotica.
I luoghi di lavoro, alla ricerca di una maggiore efficienza e produttività stanno diventando luoghi sempre più automatizzati, una tendenza a volte vista con preoccupazione da parte dei lavoratori, perché questa scelta può significare una fuoriuscita dal mercato del lavoro. Le aziende sono chiamate ad aiutare i propri collaboratori umani ad accettare i colleghi robot, formando e riqualificando le proprie risorse umane per aiutare i lavoratori ad assumere nuovi e differenti ruoli.
Testo di Gabriele Masi.