
Migliaia di prodotti di altissima qualità eppure nessuna vera novità: questa in estrema sintesi è la considerazione su Orgatec 2018. Nonostante questa premessa, ci sono però 3 idee out of the box, 3 progetti che consideriamo innovativi perchè abbattono archetipi consolidati.
Non perchè siano davvero “nuovi”, ma piuttosto perchè affrontano in modo diverso i principali trend del workplace –acustica, privacy, third spaces– con i quali praticamente tutte le 750 aziende espositrici si stanno confrontando.
Quello che consideriamo innovativo è il salto logico; lo scarto tra la pura soluzione funzionale e la risposta di tipo “comportamentale”, la differenza tra prodotto di qualità e oggetto dinamico che crea un nuovo “ecosistema”.
In fondo questo è il ruolo del design: osservare i comportamenti, considerare le richieste nate dai nuovi ways of working e dare risposte inedite.
In queso articolo vogliamo evidenziare perchè abbiamo definito WOW! Products le tre idee più nuove: BuzziBracks di BuzziSpace, Side Walk di Citterio e Soft Work di Vitra.
Dal cubicolo al micrombiente svolazzante: BuzziBracks di BuzziSpace, design di Alain Gilles.
Niente di particolarmente nuovo nella struttura metallica free standing, non molto dissimile da quella utilizzata nei panel system degli anni ’80.
Il gesto creativo è nello spogliare la struttura dai pannelli rigidi e liberare lo spazio dai confini prefissati (No Boundaries era il claim dello stand) per generare microambienti accoglienti. Le separazioni assumono l’identità di “sensual boundaries”, limiti flessibili, agili, svolazzanti.
Set lievi e costantemente riconfigurabili che il designer Alain Gilles ha definito “Voylager” (crasi tra Voler e Voyager: volare e viaggiare): la dinamicità si fonde con la leggerezza.
Questo sistema architettonico per open space, disponibile in varie altezze, spicca per l’ampia possibilità di personalizzazione nella scelta dei tessuti e nella selezione di attrezzature e accessori .
Il sistema è fornito con un set di tende (anche fonoassorbenti di Kvadrat) che permette di abbinare diverse opzioni di tessuto e colore. Include anche scaffali flessibili e accessori per il piano di lavoro che può essere agganciato alla struttura o indipendente.
Dalla cabina telefonica alla telefonata itinerante: Phone Walk di Citterio, design di Progetto CMR (Giovanni Giacobone).
Guardatevi intorno: c’è ancora qualcuno che sta fermo davanti all’apparecchio per telefonare? No, anche i meno giovani hanno acquisito un comportamento che i Millennials hanno sdoganato: mentre si telefona è meglio camminare, attività che aiuta a rilassarsi a concentrarsi ed è anche più salutare che stare sprofondati in poltrona o fermi appoggiati alla parete.
Allora perchè i phone booth per il workplace 3.0 si rifanno ancora all’angusta cabina telefonica del secolo scorso?
Questo archetipo è stato soppiantato da Progetto CMR con una struttura in legno, che lascia libertà di movimento alle persone, ideale per passeggiare mentre si telefona.
Un “percorso” aperto ma acusticamente controllato grazie alle pareti interne fonoassorbenti, che include illuminazione e anche una lavagna, per prendere appunti o scarabocchiare… se la telefonata si fa noiosa.
Prima ambientazione di un progetto più ampio che comprenderà anche altri worksetting.
Dal divano alla piattaforma per lavorare: Soft Work di Vitra, design di Edward Barber & Jay Osgerby.
La scrivania è sempre meno l’archetipo del lavorare e, anche in termini numerici riduce progressivamente la sua presenza nel workplace.
Il fulcro dell’ufficio si sposta nelle aree che fino a poco fa erano considerate in-between.
Nell’ufficio “liquido” (che significa anche coworking, hotel, caffè e luoghi di transito) quello che serve è sostanzialmente una connessione internet e un divano, anche se ergonomicamente non è l’ideale.
Anche in questo caso partendo dall’osservazione dei comportamenti, si ribalta l’attuale modello di space planning impostato su aree con workstation affiancate da third spaces.
Vitra sviluppa un sistema dove la postazione è integrata nella seduta; nasce così il sofà system più componibile, articolato, versatile, flessibile, modulare e accessoriato mai visto e anche attento all’ergonomia
Sono stati necessari 3 anni per ingegnerizzato e il risultato eccellente dà ragione a questo impegno.
Soft Work è una vera piattaforma intorno alla quale si svolge la vita lavorativa, cambiando attività nell’arco della giornata.
Genera scenari sempre diversi cambiando configurazione e accessori (alimentazione, vari piani di lavoro e schermi per la privacy, schienali alti e bassi, tavoli e sedie supplementari sono disponibili) per rispondere a ogni necessità.
Testo di Renata Sias