
Nel medio termine la funzione degli uffici cambierà, passando da luoghi di produzione a luoghi di interazione, evolvendosi per massimizzare il coinvolgimento e la produttività dei dipendenti. È questa la conclusione principale della seconda parte dell’indagine di Coima “Il futuro degli uffici” messa a punto insieme allo studio di architettura, space plannig e interior design Coima Image per indagare l’evoluzione dei layout e dell’interior design.
Tra gli altri risultati, una riduzione del fabbisogno degli spazi ufficio tra il 5% e il 30% a seconda dell’aumento del lavoro da remoto, una maggiore attenzione ai “quartieri qualificanti” per stabilire la propria sede, e uno sviluppo tecnologico negli ambiti della gestione dello spazio e della sostenibilità ambientale.
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Le conclusioni della seconda parte di “Future of Offices” confermano sostanzialmente quelle della prima parte del sondaggio pubblicato a Ottobre 2020: in generale, la rivoluzione non consisterà tanto nella riduzione degli spazi ad uso ufficio, ma il cambio delle esigenze che l’ufficio deve soddisfare per i nuovi ways of working.
Con l’aumento strutturale del lavoro in remoto, tutte le aziende concordano che serviranno piattaforme di scambio di idee, di “grandi hub” come li ha definiti Alida Catella, CEO e Founder di Coima Image, dove “le persone hanno bisogno di andare per ricaricarsi e rigenerarsi. Come gli aerei quando vanno negli hub, e che cosa succede? Si carica il carburante, si controllano che i pezzi di ricambio siano a posto, e poi ripartono per destinazioni diverse. Dobbiamo imparare che sarà così anche per noi: andremo in spazi magari più evoluti e con attività diverse rispetto a quelle che uno si aspetta in ufficio, magari non ci saranno le solite scrivanie, ma spazi aperti dove le persone avranno bisogno di confrontarsi per poi raggiungere degli obiettivi all’esterno di quegli spazi”.
L’indagine basata su sondaggio di 30 domande, è stata condotta in Italia, tra ottobre 2020 e gennaio 2021, su 38 aziende con una presenza di uffici significativa e nella maggior parte dei casi eseguita in diretta attraverso conference call o videochiamate. Complessivamente le realtà prese in esame affittano una superficie di circa 500.000 mq (con un minimo di 700 mq e un massimo di 70.000 mq), per 30.000 dipendenti (con un minimo di 20 ad un massimo 4.000).
Se la maggior parte delle aziende prevede di confermare o incrementare il proprio numero di dipendenti, solo il 13% delle aziende hanno affermato che uno degli scopi degli spazi ufficio sarà quello di consentire ai dipendenti di svolgere il lavoro individuale. Però, il 100% indica che l’ufficio è uno “spazio per scambiare idee e lavorare insieme”. L’ufficio viene visto anche come lo spazio per proiettare il brand aziendale verso i dipendenti (53%) e verso i clienti (47%).
Nonostante questo, il 68% delle aziende vede gli uffici ancora come un mix di spazi aperti, sale di collaborazione e uffici individuali: solo il 27% rinuncerebbe a questi ultimi, mentre nessuna azienda vede come probabile una riduzione dell’utilizzo di postazioni condivise e aree comuni, che anzi, aumenteranno per il 76% di esse.
Inoltre, è interessante notare come tra i fattori determinanti per la domanda degli spazi ad uso ufficio, la posizione (66%), la flessibilità degli spazi (61%) e la qualità dell’edificio (61%) saranno ancora più fondamentali.
Riguardo alla posizione, la possibilità di raggiungere il workplace tramite la rete dei trasporti pubblici è il parametro più importante (100%), anche se la disponibilità di posti auto resta necessaria (79%). Di scarsa importanza è la vicinanza di aeroporti (5%) o la disponibilità di servizi di car sharing (16%). Tra i servizi interni la mensa o il ristorante aziendale appare penalizzata rispetto all’epoca pre-COVID (45%) mentre risultano importanti le aree caffè aziendali (71%) e l’auditorium (63%).
L’area circostante, invece, deve fornire che palestre (79%), opzioni di ristorazione e bar (76% e 68%), servizi legati alla salute (50%) e asili nido (42%), in modo da aiutare l’azienda a contribuire al benessere del dipendente.
Infine, l’indagine di Coima e Coima Image conferma l’importanza della tecnologia, soprattutto per quanto riguarda i sistemi di prenotazione (92%), monitoraggio dell’utilizzo degli spazi (82%) e degli accessi (74%), mentre il 71% sostiene l’importanza della tecnologia per l’efficienza energetica dell’edificio. La sostenibilità è infatti ancora al centro delle politiche aziendali, sia dal lato umano (l’84% sostiene la necessità di schemi di lavoro flessibile), sia ambientale (il 76% sostiene l’importanza di politiche di riciclo e il 74% di riduzione dei gas serra).
Testo di Gabriele Masi.