L’appuntamento di FM Day, organizzato da IFMA, è da anni il momento più importante di confronto della community del Facility Management in Italia. Quasi 600 gli iscritti all’ultima edizione che si è svolta l’8 novembre e si è aperta con il convegno “Il futuro è un’ipotesi” sul tema della rivoluzione 4.0, indicando gli effetti che questo futuro -in realtà già un presente- ha sulle organizzazioni e sui modi di lavorare.
WOW!, media partner dell’evento, propone una sintesi di alcuni dei temi trattati.
Come affrontare la quarta rivoluzione industriale in atto? Le tecnologie per l’impresa 4.0 esistono già e riguardano sia gli impianti produttivi, sia il prodotto: nell’organizzazione 4.0 l’intera catena di produzione e di vendita è connessa in rete e coinvolge anche l’utente finale, creando un’unica community costituita da produttore, venditore e utilizzatore.
Il concetto di produzione di massa, superato da oltre 30 anni, è sostituito dall’idea di fabbrica aperta dove al centro c’è l’utente che si raggiunge attraverso processi digitalizzati.
“Questo è l’elemento principale dell’azienda 4.0 che richiede un approccio sistemico: non può esistere la “fabbrica 4.0” in quanto non si può più separare la produzione dai servizi” spiega Francesco Seghezzi di ADAPT.
Nell’azienda 4.0 i servizi sono parte integrante del prodotto e questo richiede ovviamente un cambio radicale del modello organizzativo.
Come nel caso dell’applicazione dello Smart Working, anche sul tema 4.0 le tecnologie sono già disponibili ma serve “un cambio culturale, un cambio di visione” come ha sottolineato Gianni Potti di CNCT, che insiste “ la trasformazione digitale 4.0 non è un fatto di tecnologia, ma di filosofia e di politica” come purtroppo dimostra la posizione dell’Italia al 25° posto in Europa nella classifica della diffusione di banda larga”.
Nell’economia 4.0 il prodotto non è più centrale, il vero capitale è la connettività dei dati, basti pensare a Uber, Airbnb, Booking o Amazon che non possiedono auto, alberghi, case o prodotti ma vivono esclusivamente sulla connettività.
Marco Decio, vicepresidente di Ifma, affronta il tema 4.0 dal punto di vista del Facility Management che deve avere caratteristiche di concretezza, agilità e la propensione alla visione, indispensabili per creare l’azienda 4.0.
Importante è “cambiare la testa delle persone” avere la curiosità e l’agilità che fa compiere il salto; i grandi successi nascono quando non si applicano logiche consolidate, per esempio l’e-commerce non è nato da grandi catene del retail, ma da nuove realtà.
Parlando di 4.0 non basta pensare al Computer Integrated Manufacturing, continua Potti “ la strada da intraprendere è complessa, bisogna capire cosa chiede il mercato, anche attraverso i social, e serve la massima flessibilità”.
E paradossalmente, l’elemento in assoluto più flessibile è l’uomo, alcune catene automobilistiche tedesche hanno sostituito le catene di montaggio con uomini!
Però servono skill più elevati, formazione, trasferimento di competenze; questo si traduce in un costo sociale, ma è indispensabile per risollevare la nostra economia.
E l’ufficio 4.0 come si configura?
lo chiediamo a Francesco Seghezzi che ci risponde nella video intervista.
Ifma Day entra in aspetti più concreti della rivoluzione 4.0 con i successivi convegni.
Per esempio nella tavola rotonda “Gli ingredienti dell’innovazione nel controllo dei servizi”, Davide Stocchi porta l’esperienza di Barilla, azienda che da 4 anni ha intrapreso la strada dello Smart Working e del Change Management. Uno dei servizi interessati a questo cambiamento è il servizio di prenotazione e gestione di viaggi e trasferte attraverso il proprio PC anziché passando dalle agenzie viaggi.
Dopo una prima resistenza, il servizio è stato accettato ed è in costate evoluzione perché è stato evidente che avere il controllo su questa attività e automatizzare le note spese per i rimborsi si traduceva in un risparmio di tempo e nell’eliminazione di attività noiose e non produttive. Il benessere della persona è l’obiettivo centrale dello Smart Working e anche dell’azienda 4.0, non dimentichiamolo.
Lorenzo Maresca di Sedus ha spiegato la filosofia del “Benessere produttivo” che l’azienda applica da sempre nei propri uffici e che promuove anche nei prodotti e servizi offerti ai propri clienti.
Parla della trasformazione del mondo dell’ingegneria Stefano Valentini di Novigos, tema che coinvolge il FM; il CAD e il BIM sono alla base non solo del progetto ma anche della gestione e a queste si aggiungono tecnologie soft finalizzate a monitorare i consumi energetici; nell’approccio 4.0 il sistema edificio/impianto evolve in sistema edificio/impianto/utente e si postano diversi esempi dove il coinvolgimento delle persone ha portato non solo a consistenti risparmi, ma ha innescato un cambiamento.
Strategie difficilmente attuabili nel settore pubblico a causa dei costi di investimento elevati, ma praticate nel privato che intuisce gli evidenti vantaggi.
L’incontro “Servizi sulla punta delle dita” ha posto l’accento sulla mancanza di un Big Data centralizzato del patrimonio immobiliare che faciliterebbe la gestione e porterebbe a notevoli risparmi. Dati che già esistono, ma non possono essere utilizzati.
Graziano Rinaldini di Formula Unica ha dimostrato i concreti vantaggi dell’eccellenza gestionale con il caso del magazzino unico farmaceutico, automatizzato, controllato da droni e sotto il costante monitoraggio dell’ASL e dei servizi automatizzati di trasporto cibo, medicine e biancheria che hanno fatto risparmiare 900.000 euro/anno all’ospedale.
Nelle conclusioni Emanuele Strada di LIUC ha sottolineato un aspetto fondamentale: va benissimo che la digitalizzazione permetta alle persone di dedicarsi ad attività con maggiore valore aggiunto o trasformino le cose che già facciamo per renderle più facili e facciano risparmiare tempo. Questo però non fa crescere la competitività.
La sfida dell’azienda 4.0 è utilizzare il digitale per trasformare il business model.